“La Regione dia un segnale forte contro lo sfruttamento sul lavoro: si costituisca parte civile nel processo per il caso di caporalato tra i vigneti scoperto a Roncade, Treviso”. A chiederlo in un comunicato è Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico all’indomani dell’apertura del processo, rinviato al prossimo maggio, nei confronti di quattro persone, due cittadini pakistani e le loro fidanzate, una donna trevigiana l’altra spagnola, con l’accusa, a vario titolo, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro in concorso, incendio aggravato e tentata violenza privata.
“Lo sfruttamento della manodopera nelle campagne, soprattutto migranti più facilmente ricattabili specie se privi di permesso di soggiorno, è drammatica e i casi di caporalato riguardano ormai anche il nostro Veneto. A Roncade – continua il consigliere – una decina di pakistani tra cui alcuni minorenni erano costretti a lavorare nelle vigne sette giorni su sette, senza alcun rispetto delle norme sulla sicurezza e con paghe bassissime da cui detrarre una quota per ‘l’affitto’, ovvero, sistemazioni di fortuna senza riscaldamento né energia elettrica. È necessario, rafforzare i controlli e inasprire le sanzioni, per dare un messaggio chiaro e forte di vicinanza delle istituzioni a queste persone sfruttate, per dare voce alla dovuta denuncia. Mi auguro – conclude Andrea Zanoni – che la Regione decida di costituirsi parte civile. Parliamo di un messaggio importante non secondario, dove con il risultato auspicato di togliere ogni finanziamento pubblico alle aziende agricole coinvolte
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