Il ‘gentismo’ che diventa utile alla ‘casta’, da Di Pietro a Grillo: ecco perché Ciampolillo è un po’ come Razzi e Scilipoti

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Alfonso Lello Ciampolillo
Alfonso Lello Ciampolillo

Oggi tutti parlano di lui, Alfonso Ciampolillo detto Lello, l’uomo che ha tenuto con il fiato sospeso un’intera nazione comparendo in Senato quando la presidente Casellati aveva chiuso la chiama e costringendo la stessa a ricorrere alla moviola per verificare che in realtà lui era in aula alle 22.14 mentre lei ha chiuso le votazioni alle 22.15. Così il suo voto è stato ammesso, e nonostante sia stato espulso dal Movimento 5 Stelle, si è trattato di un voto a favore.

Oggi in un’intervista a Repubblica dice che accetterebbe volentieri l’incarico di ministro dell’Agricoltura. Non a caso il deputato da Var era già diventato famoso per la sua esperienza con gli ulivi. Nel 2018 ha eletto come propria residenza proprio un ulivo, per evitare che venisse abbattuto, nonostante fosse infetto a causa della xylella fastidiosa. Ciampolillo però era in un certo senso negazionista, cioè negava la relazione tra la xylella e il disseccamento degli ulivi e su Facebook scrisse che quella pianta era “testimone, forse per alcuni scomodo, della non corrispondenza tra la presenza di Xylella e il disseccamento, nonché della possibilità di convivere con il batterio e di preservare quindi il nostro prezioso patrimonio olivicolo”.

In alternativa all’abbattimento Ciampolillo proponeva il sapone e un trattamento a base di onde elettromagnetiche. Più di recente ha proposto di curare il Covid con prodotti derivati dalla cannabis, la quale, come ormai si sa, può essere usata come ottimo anti-dolorifico, ma ovviamente non ci sono studi scientifici che la mettano in relazione al Covid, a proposito del quale Ciampolillo ha anche scritto su Facebook che le mascherine non servono a niente.

Candidato sindaco di Bari nel 2009 con il M5S, Ciampolillo prese lo 0,4%, ma gli andò meglio nel 2013 e nel 2018 con la doppia elezione al Senato. Si è occupato di lavori pubblici, comunicazioni e vigilanza dei servizi radiotelevisivi. Nel 2020 è stato espulso per aver rifiutato di decurtarsi lo stipendio come invece prevedeva il regolamento imposto ai politici pentastellati dal movimento di Grillo-Casaleggio. Nel 2019 non aveva votato la fiducia al Conte II mentre ieri ha deciso di farlo sopravvivere.

Ma, bisogna dirlo, Ciampolillo non è il primo personaggio pittoresco che attraversa il panorama politico italiano e ci sono anche dei motivi storici e dei fondamenti ideologici alla base della proliferazione di siffatta specie di governanti.

Ci aveva provato per primo Guglielmo Giannini nel secondo dopoguerra con il partito dell”Uomo Qualunque’, ma i tempi non erano ancora maturi per dire che “rossi e neri sono tutti uguali” e pensare che la politica potesse essere improvvisata. Ci ha riprovato, con maggiore successo, Umberto Bossi dopo che ‘Mani Pulite’ ha spazzato via la prima repubblica: i politici in giacca e cravatta e con un grado d’istruzione elevato venivano visti come subdoli mentitori, meglio un comizio in canottiera, più sgrammaticato forse, ma anche, secondo i ‘barbari sognanti’, più onesto.

Dopo Bossi, proprio uno dei più implacabili protagonisti di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, fondò un partito, ‘Italia dei Valori’, dai nemici chiamato ‘partito delle manette’, il cui giustizialismo e alcune battaglie, come l’acqua pubblica, ricordano molto il Movimento 5 Stelle della prima ora, nemico numero uno della ‘casta’ dei politici. Nel 2008 Di Pietro candida il ginecologo e agopuntore Domenico Scilipoti che viene eletto alla Camera, dove, due anni più tardi, sarà uno dei ‘responsabili’ che salvano il governo traballante di Berlusconi, un politico che spesso ha fondato il suo successo sull’identificazione dei suoi elettori in lui stesso, “sono uno di voi”, come ha fatto poi Trump, conquistando così anche il voto di operai e disoccupati (che forse dimenticano che hanno di fronte dei miliardari).

A Montecitorio Scilipoti organizzò anche un convegno sulla “medicina della natura, l’approccio olistico alla malattia e alla salute”. Nel corso dell’incontro intervenne come relatore anche Danilo Toneguzzi, psichiatra di Pordenone, allora presidente del comitato scientifico dell’associazione Alba (Associazione leggi biologiche applicate) e sostenitore delle teorie di medicina alternativa propugnate da Ryke Geerd Hamer, ex medico latitante antisemita pluricondannato e fondatore della cosiddetta Nuova medicina germanica, una pseudoscuola a cui sono attribuite diverse centinaia di decessi (fonte Wired).

Ma il vero capolavoro di Di Pietro è stato candidare Antonio Razzi, un altro dei salvatori di Berlusconi, reso famoso da Crozza dopo un video in cui ammetteva di essere in politica solo per fare i c***i propri. Tra le sue perle la millantata amicizia con il dittatore nordcoreano Kim Jong-un. Non ha competenza, non ha cultura, si vende al miglior offerente, faceva l’operaio ed è diventato senatore pagato profumatamente da noi, senza nessuna intenzione di mollare la poltrona o la visibilità mediatica. Un personaggio pasoliniano che fa cascare il mito secondo cui il popolo è sempre buono e giusto. E che ora ha pure un erede politico, come appunto Ciampolillo. Il populismo, tipico anche delle ideologie che hanno portato ai totalitarismi, è diventato gentismo, cambiando solo nome, come i responsabili che diventano costruttori, e con Internet ha preso una forte piega anti-scientista, a cui proprio il Covid sta dando una dura lezione.

Al politico colto e disonesto non va preferito quello ignorante e onesto, ma, dato che sono amministratori dei nostri soldi, il popolo italiano dovrebbe pretendere che i politici facciano bene il loro lavoro e facciano funzionare bene le cose. Lavoro che evidentemente non può essere improvvisato giacché richiede esperienza, visione, cultura specifica e generale. Ma che dovrebbe essere vincolato non tanto alla legislatura o all’appartenenza partitica quanto piuttosto al raggiungimento di risultati prestabiliti, tarati sui bisogni oggettivi del Paese.