Draghi, linea M5S è per il no ma possibile apertura se governo politico con temi cari al Movimento. Ipotesi Rousseau

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Vito Claudio Crimi nella sua audizione sull'editoria presso la Commissione cultura della camera dei deputati
Vito Claudio Crimi nella sua audizione sull'editoria presso la Commissione cultura della camera dei deputati

Ufficialmente l’orientamento del Movimento 5 Stelle rimane quello di non appoggiare un esecutivo tecnico, tenendo conto che il Movimento da sempre è schierato contro questo tipo di governi. Appoggiare Draghi e un esecutivo tecnico, soprattutto a scatola chiusa, rischia di spaccare definitivamente il partito. L’alternativa del resto è rischiare di perdere le elezioni, salvando forse almeno la faccia. Da considerare anche che appoggiando ora un governo Draghi il Movimento potrebbe decidere quando staccare la spina ed andare al voto, come fece Berlusconi con Monti. Nel frattempo si potrebbe mettere mano alla legge elettorale introducendo il secondo turno, che era quello che voleva Renzi ma che ora potrebbe fare comodo al Movimento che potrebbe lanciare Conte al ballottaggio contro Salvini.

Nelle prossime ore la delegazione 5 stelle incontrerà il presidente del Consiglio incaricato durante le consultazioni, per sapere quali sono le sue proposte e che ministri ha intenzione di nominare. Se Draghi dovesse dare ai 5 stelle alcune rassicurazioni su temi a loro cari (sul reddito di cittadinanza, ad esempio) e dovesse escludere il ricorso al Mes, allora uno spiraglio potrebbe anche aprirsi. Non è escluso che per la decisione finale si ricorra a un voto sulla piattaforma Rousseau.

Fonte Public Policy