Oggi pomeriggio la Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha audito Marina Natale, Ad di Amco, ex Sga, società pubblica di gestione di Npl (Non performing loans), che, tra i crediti deteriorati che la società ha in gestione, ha rilevato all'inizio delle sua nuova era (dopo essere passata da quelle di Intesa nelle mani del MEF) anche quelli di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ora in liquidazione coatta amministrativa. Tra le domande poste alla manager, anche quelle del deputato vicentino Pierantonio Zanettin.
Marina Natale, rispondendo all’on. Zanettin, ha spiegato alla commissione che i crediti derivanti dalle operazioni baciate della Popolare di Vicenza e Veneto Banca seguono un iter diverso rispetto al resto dei crediti che il gruppo Amco ha in gestione. «Siamo cessionari di tutto il portafoglio delle popolari venete, mentre siamo solo gestori, con un contratto di servicing, per ciò che riguarda le baciate» ha chiarito. Le baciate “ereditate” da Amco vengono quindi gestite con un contratto diverso che non concede la proprietà di questi crediti, viste le operazioni ad alta complessità per rilevarli. Il dubbio era emerso dalla lettura dei documenti dei commissari liquidatori.
Ma anche sull'ammontare delle baciate non sembra esserci chiarezza. Secondo il pm De Bortoli - impegnato nel processo contro l’ex Ad di Veneto Banca Vincenzo Consoli -, l’accusa prospetta 430 milioni di baciate, mentre sono solo 238 i milioni indicati dai commissari liquidatori. «Come mai questa discrepanza? Alcune le avete già incassate?» chiede Zanettin. E questo discorso vale anche per Vicenza. Anche perché, continua, nessuno degli imprenditori sentiti al processo ha avuto l’escussione del credito.
Per l’Ad di Amco, però, è una questione di diversa metrica per definire l’ammontare delle azioni e del credito legato invece al capitale finanziario. «Un’azione che vale 10 milioni può essere associata a un credito di 15 o di 8 – specifica -, semplicemente le metriche cambiano». Amco si riserva comunque di far avere una risposta più puntuale per iscritto.
Zanettin ha poi ricordato che Luciano Colombini, ex Banca Ifis, in una precedente audizione alla stessa commissione, aveva accusato Amco di falsare i prezzi di mercato: «quando Amco si presenta tutti gli altri spariscono». Ma Natale ribatte che «i prezzi pagati per i portafogli sono sotto la lente di DG Competition, l'autorithy europea, oltre che della Corte dei Conti» e che i prezzi «sono a mercato, ancorché commentati dai concorrenti come non a mercato».
Ma la “signora delle sofferenze”, come l’ha descritta Elio Lannutti (M5S) citando un titolo di giornale, non è stata incalzata solo sulle Popolari venete. Alle domande su un eventuale coinvolgimento di Amco nella potenziale vendita di Mps a UniCredit, Marina Natale - per anni al vertice anche di UniCredit - ha chiarito che «non ci sono impegni di nessuno tipo» e che «non si tratta di regali, si tratta di interessi commerciali che Amco ha verso tutti gli operatori in modo ordinario e continuativo». Amco avrebbe infatti rilevato crediti high-risk da Mps.
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