L’avv. Enrico Ambrosetti, difensore storico di Gianni Zonin (“gli devo tanto, ebbe fiducia in me fin da quando ero giovane…”), ha iniziato la sua tre giorni di arringhe in difesa dell’imputato top di questo processo (l’altro reale è Samuele Sorato stralciato in un altro procedimento mentre quello virtuale è Banca d’Italia che è tra le parti offese invece che, secondo molti legali e commentatori, tra gli artefici del crac delle due banche venete) con una serie di mosse
- contestando, a vantaggio di futuri “ricorsi”, la competenza del tribunale di Vicenza che avrebbe dovuto cederla (e potrebbe ancora farlo sostiene il docente di diritto penale a Padova) a Roma se il reato principale fosse l’ostacolo alla vigilanza o a Milano oppure in subordine sempre Roma se l’imputazione già grave fosse quella del falso in prospetto
- contestando di fatto l’assenza tra gli imputati degli altri membri del cda, dei sindaci del collegio e, sia pure molto timidamente, anche se con insistenza, di Banca d’Italia: “se avesse fatto i rilievi che oggi appaiono dovuti oggi non staremmo qui e non ci sarebbe stato il fallimento delle due Popolari venete…“
- riducendo ad indizi e presunzioni di colpevolezza le prove presentate dai pm Salvadori e Pipeschi, spesso apparentemente blanditi per l’impegno posto nelle indagini ma di fatto scherniti per i loro presunti errori e per le lamentate forzature contro il colpevole mediaticamente (?) predestinato, Gianni Zonin
- additando la quantità di “materiale” prodotto sall’accusa come indicativo dell’assenza di poche, vere prove, pur annunciando che si cimenterà lui stesso in una tre giorni di argomentazioni difensive invece che in poche, secche smentite
- scaricando tuto lo scaricabile sull’assente Sorato, “molto e sempre più stimato da Zonin“, ha detto più volte Ambrosetti, ma anche non all’altezza del compito, si è altrettanto frequentemente contraddetto l’avvocato amico di Zonin, perché in fondo “solo con competenze informatiche” e non affidabile, anche lui, perché, ecco un’altra faccia delle verità doppie di Ambrosetti, impegnato dal 2014 a sostituire il suo mentore al vertice della banca
- evidenziando l’inaffidabilità di circa 50 testimoni che avrebbero detto poco o non tutto il vero visto che sarebbero “scampati” loro stessi ad ipotetiche imputazioni per, almeno ipotetiche, correità…
Queste argomentazioni sono state arricchite da forbite citazioni, da quelle storiche della ghigliottina già decisa da Robespierre per Luigi XVI nonostante la sua difesa, formale, da parte del conte Raymond De Seze fino alla denuncia “censoria” delle opinioni di altri cattedratici, ad esempio l’avv. prof. Rodolfo Bettiol, legale di parte civile, che hanno osato esprimere pareri sulle pene richieste dai pm e a quella “cronachista” delle minacce, queste sì comunque condannabili, contro Zonin e famiglia ivi incluso il cartello di ieri da noi doverosamente mostrato (correttamente stigmatizzato dalla presidente del collegio Deborah De Stefano per la sua esposizione fugace in aula, sia pure non in fase dibattimentale e sia pure per opera di due delle polvere vittime del crac della banca).
Ma le argomentazioni hanno toccato apici virulenti per la grave e ripetuta accusa, questa non stigmatizzata dalla corte, contro un processo che, a detta di Ambrosetti, sarebbe “senza legge e senza verità” in quanto con una sentenza se non già scritta almeno ampiamente annunciata.
Detto questo e riservandoci altre annotazioni dopo il completamento della tre giorni, mentre quelle a caldo e, poi, storiche, le lasciamo a chi vedrà i video oggi registrati e qui pubblicati, una domanda la facciamo noi: ma se i 50 testimoni, potenzialmente imputabili e, quindi per Ambrosetti, restii nel sostanziare “l’impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza“, non avessero detto tutta la verità non solo a sostegno dell’accusa ma anche per sussiego verso l’imputato presidente…?
Clicca qui per tutte le arringhe di parte civile e delle difese, per tutte le udienze del processo BPVi clicca qui mentre trovi gradualmente tutti i verbali nella sezione dei File Premium del nostro sito BankiLeaks.com.
Sei arrivato fin qui?
Se sei qui è chiaro che apprezzi il nostro giornalismo, che, però, richiede tempo e denaro. I ricavi della pubblicità non sono sufficienti per la stampa indipendente ma puoi aiutarci a continuare il nostro lavoro per darti moltissime notizie gratis e solo alcune a pagamento. Se vuoi continuare a leggere in futuro i nostri articoli e ad accedere per un anno a tutti i contenuti PREMIUM, al nostro archivio web e cartaceo, alle Newsletter online e a molte iniziative in esclusiva per te puoi farlo al prezzo di un caffè, una birra o una pizza al mese.
Clicca qui e diventa Partner, Amico, Sostenitore o Sponsor
Grazie, Giovanni Coviello
