Oggi il Procuratore capo della Repubblica di Vicenza, Lino Giorgio Bruno, è stato audito dalla commissione parlamentare di Inchiesta sulle banche in merito alle più recenti vicende delle banche popolari venete. Riguardo al crac della Banca popolare di Vicenza, Bruno ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “il sistema di vigilanza e controllo di Bankitalia, nel caso di specie, ha risposto ai criteri di efficienza? Eventuali condotte avrebbero potuto mettere in evidenza il ‘sistema’ alcuni anni prima? Nel procedimento penale Bankitalia si è costituita parte civile, e i colleghi mi hanno riferito che la collaborazione da parte della Banca d’Italia è stata assoluta”.
“Nei capi d’imputazione si leggono tutta una serie di disposizioni regolamentari di Bankitalia che sono state violate, e vi è riferimento a una serie di operazioni di ‘nascondimento’ condotte dal top management della Popolare di Vicenza. Il coefficiente di nascondimento alle scritture contabili e ai bilanci di esercizio non va sottovalutato, anche in relazione ai controlli che la Vigilanza di Bankitalia ha potuto svolgere fino a determinati anni”, sottolinea il Procuratore.
“Indubbiamente – conclude – il 2014-2015 segna un discrimine importante: la vigilanza su banche di questo tipo passa dalla Banca d’Italia alla Bce, e senza dubbio i criteri della Banca centrale europea – hanno portato – una disciplina di dettaglio e regolamentare. Vi è un ulteriore procedimento di grande rilievo, che è in fase di indagini preliminari, per il delitto di bancarotta connesso al provvedimento di liquidazione coatta amministrativa della Banca del 9 gennaio 2019 – ha aggiunto Bruno -. Le condotte sono per un verso di bancarotta impropria da false comunicazioni sociali, e sotto un altro profilo vi sono tutta una serie di gravi condotte di distrazione e dissipazione del patrimonio aziendale, risalenti soprattutto agli anni 2012-2013, effettuate attraverso una serie di operazioni che coinvolgono società e intermediari finanziari di Paesi diversi”. Lo ha detto il Procuratore capo della Repubblica di Vicenza, Lino Giorgio Bruno, audito dalla commissione parlamentare di Inchiesta sulle banche in merito alle più recenti vicende delle banche popolari venete.
“In questo procedimento, secondo i dati che sono stati riferiti anche in varie rogatorie internazionali e ordini di indagine europee, vi sarebbe stato un trasferimento di ingenti risorse finanziarie della banca, che sareberro state trasferite nei confronti di fondi lussemburghes gestiti da società di diritto lussemburghese. L’ammontare complessivo di queste somme – ha aggiunto Bruno – è rilevante: abbiamo in tutto 350 milioni di euro”.
“Sul numero di parti civili costituite nel procedimento principale – ha detto ancora il procuratore capo – il dato numerico è impressionante e penso che abbia pochi precedenti in Italia. Abbiamo 7.780 persone che sono state ammesse come parti civili, limitatamente al delitto di aggiotaggio. Questo per rappresentarvi la complessità dell’istruttoria dibattimentale, con Procura e Tribunale di Vicenza che hanno compiuto un grande sforzo organizzativo”.
“il 15 marzo prossimo è prevista l’udienza per le repliche dei pubblici ministeri. E’ possibile un breve slittamento, ma in ogni caso si tratta di un procedimento che, attraverso numerosissime udienze, e un enorme impegno da parte della Procura e del Tribunale, si sta portando a compimento. Con fattispecie non indifferenti, perchè i reati di cui rispondono gli esponenti aziendali, oltre alla Banca popolare di Vicenza quale responsabile civile, sono i delitti di aggiotaggio, ostacolo alle funzioni di vigilanza della Banca d’Italia e della Bce, e di falso in prospetto. Fattispecie – ha concluso Bruno – che costituiranno un sorta di laboratorio e di precedente giurisprudenziale importante”.
Fonte Public Policy