Covid, vaccino russo Sputnik prodotto in Italia ma trattative tra agenzia europea Ema e Putin sono in alto mare

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Sputnik vaccino russo
Sputnik vaccino russo

Ue e Russia ai ferri corti sullo Sputnik, mentre l’Italia sarà quasi certamente il primo Paese europeo a produrre il vaccino russo. L’Unione Europea per ora fa i conti senza il farmaco di Mosca, puntando invece sui prodotti occidentali. E il presidente del Consiglio europeo Michel liquida come «operazioni molto limitate ma fortemente pubblicizzate» quelle annunciate dai russi, come, forse, la licenza concessa all’azienda italiana. Licenza della quale anche il nostro governo non sapeva nulla. Tanto il ministero per lo Sviluppo economico che quello degli Esteri hanno fatto sapere di non essere stati informati in anticipo. L’iniziativa russa di mettere un piede dentro la Ue tramite la fabbrica italiana sembra dunque aver creato qualche problema a livello politico.

E sono scintille tra l’Ema e il Fondo statale russo che commercializza lo Sputnik. Lo avrebbe capito chiunque che parlare di «roulette russa» a proposito del vaccino di Mosca avrebbe scatenato un putiferio. E così è stato: la frase pronunciata dalla presidentessa dell’Ema è stata presa molto male in Russia dal portavoce di Putin: «Una affermazione scorretta», ha detto Dmitrij Peskov, mentre il Fondo ha chiesto le scuse ufficiali. A poco è servita una spiegazione fornita non dall’Ema ma dall’agenzia austriaca per la Sanità, di cui Christa Wirthumer-Hoche è capo dal 2013. Si tratta di un equivoco, dicono gli austriaci, la frase «riguardava il fatto che un ampio uso del vaccino senza sufficienti dati su sicurezza, qualità ed efficacia sarebbe una negligenza». La signora «non si riferiva alla sicurezza dello Sputnik».

Dall’Ema è venuta invece la precisazione che qualsiasi decisione si baserà su dati scientifici e non sarà viziata da fattori politici come temono a Mosca. Ad Amsterdam precisano che l’esame dei dati «continuerà fino a quando non saranno disponibili prove sufficienti per la domanda formale di autorizzazione all’immissione in commercio».

Ma quando avverrà? I tempi appaiono ancora lunghi e proprio per questo l’Ema viene criticata da più parti. Secondo indiscrezioni, una missione di tecnici partirà per Mosca solo ai primi di aprile per controllare i siti produttivi russi. Poi, chissà.

Nel frattempo lo Sputnik viene realizzato anche in molti altri stabilimenti, dall’Argentina all’India. A fine mese entrerà in funzione una fabbrica in Bielorussia.

Lunedì è stata annunciata l’intesa con la società brianzola Adienne (con sede legale in Svizzera) che sfornerà a partire da luglio dieci milioni di dosi entro il 2021. I russi stanno trattando anche con altre aziende italiane, francesi, tedesche, spagnole e austriache. Il presidente del Fondo Dmitriev dice di aver costituito con 10 Paesi un partenariato per la produzione. In Russia le dosi prodotte sono state almeno 14 milioni. Dmitriev afferma che l’obiettivo è un miliardo entro il 2021 e che il farmaco è stato richiesto da 46 Paesi, con una popolazione di 1,2 miliardi; secondo solo al vaccino Pfizer. Questo per lo Sputnik. Ma è iniziata la produzione anche del vaccino scoperto a Novosibirsk (EpiVacCorona).

Corriere della Sera