Covid, Raniero (Usb Vicenza) contro obbligo vaccinale sanitari: “da eroi a capri espiatori”

206
Germano Raniero
Germano Raniero

Anche il sindacato Usb di Vicenza, dopo il sit in davanti al San Bortolo e la nota del sindacato Cub pubblico impiego, prende posizione in un comunicato di Germano Raniero sull’obbligo vaccinale anti-Covid per i sanitari introdotto per decreto con la possibilità di essere demansionati o sospesi in caso di rifiuto. “L’intervento coercitivo del governo su una categoria che ha aderito al 99% alla campagna vaccinale appare talmente spropositato da indurre a pensare che il fine non stia nella salvaguardia dei soggetti fragili, la maggior parte dei quali non ha peraltro ancora ricevuto il vaccino – afferma Raniero – ma l’ennesimo tentativo di distogliere l’attenzione da una campagna vaccinale e da una strategia di contrasto alla pandemia completamente fallimentari”.

“L’obbligo, molto invocato nei talk show del sabato sera, non solo è sbagliato ma è persino dannoso e controproducente in un servizio sociosanitario che non può permettersi di perdere nemmeno poche unità di personale, e aprirà la strada a contenziosi legali per i quali gli avvocati già si sfregano le mani. Le contraddizioni sono del resto evidenti: da una parte l’obbligatorietà per decreto, dall’altra la deroga alla quarantena per i sanitari in caso di contatto stretto fino all’assenza di test sierologici sul personale vaccinato che ne attesti l’avvenuta immunizzazione – afferma ancora il sindacalista -. USB con la presente chiede alla amministrazione in indirizzo di evitare che chi non è vaccinato subisca pressioni, ostracismo e le penalizzazioni in attesa che il decreto decada o con le dovute modifiche venga trasformato in legge”.

“Lo stesso decreto legge prevede una serie di passaggi e di tempistiche che le direzioni aziendali, i datori di lavoro, gli ordini professionali devono ottemperare prima di procedere alla convocazione del dipendente non vaccinato. Pertanto l’atteggiamento aziendale deve essere quello di informare il dipendente delle procedure previste, dando modo allo stesso di motivare il suo comportamento producendo eventuale documentazione a sostegno di detta moltivazione. Inoltre in presenza di richiesta del dipendente lo stesso va sottoposto a visita del medico aziendale competente e solo questo puo’ deliberare se le condizioni psicofisiche del dipendente consentono la vaccinazione. Si diffida pertanto la direzione in indirizzo a procedere in maniera difforme da quanto sopra esposto. Eventuali comportamenti scorretti saranno oggetto di impugnazione”.

“L’interesse per la salute dei cittadini torna in primo piano solo ed esclusivamente in chiave repressiva di categorie di lavoratori, mentre è sempre più chiara la sfiducia generale nelle misure di contenimento e prevenzione del virus, la mancanza di trasparenza dell’informazione, la subordinazione verso le case farmaceutiche che fanno il bello e il cattivo tempo per massimizzare i profitti sulla pelle delle persone, ma verso le quali i governi balbettano improbabili minacce che non si concretizzeranno mai – conclude Raniero -. È sempre facile fare i forti con i deboli e i deboli con i forti, è da sempre lo sport nazionale al quale, evidentemente, anche il “governo dei migliori” non intende sottrarsi facendo diventare gli eroi di ieri, quelli costretti a lavorare fino a 15 ore al giorno, a non vedere i propri figli, a lavorare a volte con poche protezioni, i nuovi capri espiatori di oggi”.