Pfas negli alimenti, sentenza Tar del Veneto obbliga Regione a rendere noti i dati

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Pfas, è emergenza sanitaria

Il Tar del Veneto con una sentenza storica ha dato ragione a Greenpeace che chiedeva alla Regione Veneto di avere accesso ai dati relativi alla presenza di sostante inquinanti di tipo Pfas negli alimenti. Inquinamento partito principalmente dall’azienda Miteni che ha coinvolto soprattutto le province di Vicenza, Padova e Verona e su cui è in corso un processo. La Regione si era però opposta all’accesso agli atti e da lì il ricorso agli avvocati. La sentenza emessa il 25 marzo e pubblicata ieri 8 aprile invece “ordina all’Amministrazione di dare riscontro all’istanza di accesso, nel termine di giorni sessanta decorrente dalla comunicazione o, se a questa anteriore, dalla notificazione della presente decisione, consentendo l’accesso alle informazioni ambientali richieste nei termini di cui in motivazione. Condanna la Regione Veneto, in persona del Presidente pro tempore, alla refusione delle spese processuali in favore di parte ricorrente, che si liquidano in euro
1.500,00 oltre accessori di legge, se dovuti. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’Autorità amministrativa. Così deciso in Venezia nella camera di consiglio del giorno 25 marzo 2021, svoltasi da remoto con modalità di videocollegamento, con l’intervento dei
magistrati: Alberto Pasi, Presidente,Marco Rinaldi, Primo Referendario, Daria Valletta, Referendario, Estensore“. La sentenza è stata pubblicata sulla piattaforma di supporto al blog del giornalista Marco Milioni, da sempre attivo sui temi legati all’inqinamento ambientale e sul portale di informazione Pfasland, che così commenta: “Quello che abbiamo chiesto per anni alla Regione e che la stessa Regione non ha voluto dire “per anni”, specie sulle geolocalizzazioni degli alimenti, andando incontro a un occultamento “pubblico” dei dati sulla matrice alimentare, la quale matrice mette in discussione tutta la strategia della Regione sulla gestione della contaminazione, oggi ci viene consegnato grazie all’azione giuridica di Greenpeace“.