Covid, Meritocrazia Italia: “riaprire subito”

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Un Paese davvero in un momento delicato che non riesce a tutelare né fisicamente né economicamente i propri cittadini. E’ giunto il momento della responsabilità, bisogna assumere le decisioni differenti di un momento nefasto. Zone rosse oramai solo sulla carta, le forze dell’ordine non possono più impedire il diritto al contatto sociale eppure il Governo tace sulle riaperture. Riaprire non significa anarchia. Riaprire significa vivere sottoponendo ovviamente ogni esercizio commerciale ed ogni attività ad un rigoroso protocollo.

Ad un anno di distanza non è più possibile far finta di nulla Meritocrazia Italia invoca per l’ennesima volta un atto di responsabilità sociale. Senza aver provveduto al rafforzamento del sistema di trasporto pubblico e a un pronto intervento per l’innalzamento del livello di sicurezza nello svolgimento delle attività didattiche, si va comunque verso la riapertura delle scuole. A ristoranti, parrucchieri, centri estetici, attività turistico-ricettive, palestre, teatri, cinema, musei e altri centri di aggregazione culturale, invece, continua a essere chiesto il sacrificio della chiusura totale.

A più di un anno dall’inizio dell’emergenza. Alle forti sollecitazioni al rispetto delle misure imposte, non corrisponde alcun impegno nel controllo e nel monitoraggio anti-assembramento, e, nel fine settimana, in tantissimi hanno affollato parchi, lungomare, spiagge, centri storici e piazze. Si aggiungono le forti incertezze di un piano vaccinale in progressiva composizione da mesi. Ai giovani che ne avrebbero diritto (proprio in base al programma imposto) è poi chiesto ufficialmente di fare un passo indietro, a beneficio di soggetti maggiormente fragili. È nota anche la burocratizzazione all’accesso di sostegni economici comunque inadeguati sia ad affrontare la crisi del momento, sia a creare le premesse per la ripresa.

Ci si chiede se tutto questo risponda davvero a una strategia di reazione utile e improntata a rigore logico. Quello che è dato percepire è una totale assenza di programmazione e di piani efficienti alternativi al blocco delle attività. Ne va della credibilità di ogni esortazione alla fiducia. C’è un’Italia che piange, fatta di famiglie al collasso e di interi comparti produttivi in apnea da troppo. Saranno in tanti a non sopravvivere alla difficoltà, tante le attività che non riusciranno a riaprire. Il disagio e il forte senso di impotenza portano a tentare un recupero della normalità in maniera scomposta: manifestazioni di piazza, pacifiche e meno pacifiche, riaperture non autorizzate, moti di disobbedienza a regole che finora non hanno portato ai risultati sperati. Comportamenti di certo più pericolosi di una riapertura organizzata.

Meritocrazia Italia ha già denunciato, con i precedenti comunicati, le contraddizioni del momento e ha invocato con forza scelte di maggiore coerenza e serietà. Oggi non può che insistere, con ancora maggiore convinzione, nella richiesta di urgente riapertura di tutte le attività commerciali, secondo adeguati protocolli di sicurezza, compresi l’obbligo di prenotazione per fasce orarie, la previsione di ingressi scaglionati e la definizione di limiti di capienza, con maggiore continuità nel monitoraggio del rispetto delle regole e il giusto innalzamento del livello di sicurezza sanitaria. È fondamentale, in ogni caso, anche una condotta di maggiore responsabilità e collaborazione da parte di tutti i cittadini.