A proposito degli stemmi cittadini: Il periodo imperiale asburgico e il Regno d’Italia

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Passata l’orda napoleonica che aveva martellato e distrutto tutti gli stemmi e simboli della Repubblica Veneziana nel Lombardo Veneto, controllato dagli Asburgo, l’emblema vicentino fu riconosciuto ufficialmente, con sovrana delibera dell’Imperial Regio Governo (I.R.G.) in data 13 novembre 1816, quarant’anni dopo il 1 settembre 1855, il Ministro dell’ Interno Imperiale definiva e confermava la figura Croce d’argento (bianca) su campo rosso. Gli austriaci aggiungevano in capo allo stemma sopra la corona ducale, l’aquila nera bicipite incoronata, con le ali aperte in atto di spiccare il volo. Lo scudo ritornò di forma sannitica, si confermavano arabeschi dorati. In data 12 luglio 1866, finiva per il Veneto l’occupazione austriaca, Vicenza entrò a far parte del Regno d’Italia. Lo stemma nella foto, datato 1816, si trova nella volta del ponte di Santa Libera, costruito dai vicentini in onore di Francesco I° che veniva a Vicenza.

Con l’ingresso nel Regno d’Italia, la municipalità vicentina, il 20 agosto 1866, deliberava la configurazione del nuovo stemma da cui, veniva tolta l’aquila asburgica ed alcuni ornamenti, confermata la forma dello scudo e avvolgendo il tutto con un ramoscello di quercia e alloro ai lati dello scudo. Con ulteriore delibera del 9 febbraio 1867, con progetto dell’Ufficio Tecnico Comunale diretto da Luigi Dalla Vecchia, si approvò l’applicazione della medaglia d’oro, con nastro azzurro in punta dello scudo. Il decreto d’approvazione venne registrato solo con Regio Decreto il 7 dicembre 1939, periodo del Governo Fascista che modificò il simbolo con l’aggiunta del fascio Littorio. A destra disegno cartaceo.

Palazzo Trissino

Lo stemma di Palazzo Trissino, 1906.

In data 1° aprile 1879, il Comune di Vicenza, deliberava di accorpare in un’unica sede gli Uffici Giudiziari sparsi nei vari palazzi. Nel 1901, il Comune, acquistava dal conte Antonio, il Palazzo di famiglia sul Corso, pagando la somma di £ire 60.000. Progettato da Vincenzo Scamozzi, fu nel 1906 riadattato e collegato con la Loggia del Capitaniato. All’rco d’ingresso al cortile, fu murato lo stemma Comunale a dimostrare la proprietà del nuovo sito che, nel 1925, dopo la demolizione di alcune case, tutto risultò di proprietà pubblica.

Durante gli anni del regime fascista, lo stemma comunale subì delle modifiche nella forma dello scudo e sopra la croce d’argento, fu inserito il Fascio Littorio simbolo del P.N.F. Partito Nazionale Fascista. Fu mantenuta la Corona in capo, in punta la prima medaglia d’oro alla Città di Vicenza al decusso con nastro azzurro. Di questo soggetto ci furono diversi modelli.
Documenti sono esposti al Museo del Risorgimento di Vicenza.
Timbro su carta del 1937, rappresenta: a sinistra il Fascio Littorio su tricolore a destra lo stemma di Vicenza tradizionale con la prima medaglia d’oro.

5 Novembre 1994. MINISTERO DELLA DIFESA. Concessione di Ricompensa al Valor Militare. Con Decreto del Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, 5 novembre 1994. Sulla proposta del Ministro della Difesa. E’ stata concessa la seguente ricompensa al Valor Militare per attività partigiane:
MEDAGLIA D’ORO.
Dopo il conferimento della seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare M.O.V.M. Lo stemma del Comune prese la forma tradizionale con l’aggiunta della medaglia n°2. Descrizione : Di rosso alla croce d’argento. Corona patriziale Veneta. Due medaglie d’oro al Valor Militare per il loro nastro azzurro al decusso dei rami di quercia e d’alloro posti sotto lo scudo.

Luciano Parolin

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