“Chi ha lavorato sul piano scientifico per contrastare la pandemia, e si è battuto su quello pubblico per mettere al primo posto la salute dei cittadini, in particolare dei più fragili, andrebbe ringraziato, non denunciato”. Così la Cgil del Veneto in una breve nota commenta la notizia dell’esposto in procura con annesse indagini sul professor Crisanti accusato di diffamazione nei confronti della Sanità veneta di cui è dipendente per aver messo in dubbio l’efficacia dei tamponi rapidi nel contenere l’epidemia Covid. “Quanto sta accadendo rappresenta un pericolosissimo precedente. In futuro, chi non condividerà le scelte della politica e dei responsabili del sistema sanitario regionale si sentirà libero di manifestare il proprio dissenso, o preferirà tacere per timore? Se questo dubbio sorgesse tra le donne e gli uomini di scienza si produrrebbe un danno incalcolabile per tutti. E non possiamo in alcun modo permettercelo. L’espressione libera del pensiero – conclude la Cgil – è stata difesa per secoli proprio dall’Università padovana e dalla sua scuola di medicina. È un valore intangibile”.
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