Anche l’associazione di consumatori Aduc commenta il Caso Fedez-Rai deflagrato in occasione del concertone del Primo Maggio. “L’ente di Stato a cui è demandata l’informazione non potrebbe essere altrimenti. É espressione dei partiti in Parlamento, tutti. La libertà dipende dal proprio editore. Se quest’ultimo è tutto e il contrario di tutto, è ipocrita richiamare i principi fondanti quando si crede che questi siano lesi rispetto alle proprie interpretazioni degli stessi. Chi si oppone al ddl Zan lo fa in nome degli stessi principi di chi è favorevole, ed entrambi si sentono legittimati a pretendere dalla Rai.
Il problema è che la Rai è “di tutto e di più”, intrattenimento di Stato. Non una mera emittente delle informazioni istituzionali, ma un monopolio di tutta l’informazione, in abuso di posizione dominante verso i propri competitor. E che per finanziarsi si fonda su una menzogna: chiama canone un’imposta obbligatoria per il possesso di un apparecchio tv o radio, anche se l’utente dovesse utilizzarli solo per i servizi della sua concorrenza.
E’ preoccupante uno Stato che proclami libertà d’espressione per poi arrogarsi il monopolio di questa libertà, con “bastone e carota”: “bastone” facendosi pagare l’imposta da tutti, “carota” concedendo briciole ai propri concorrenti (si pensi al mercato pubblicitario, unico guadagno per i concorrenti ma non per Rai). L’alternativa c’è. Lo hanno anche detto gli italiani con un referendum alcuni anni fa: privatizzare la Rai, azienda fra le aziende. E affidare l’informazione istituzionale (solo questa) a chi vince un appalto. Tutti quei partiti che oggi si accapigliano per “Fedez sì, Fedez no”, ché gli sta bene così com’è perché la Rai è una mangiatoia per tutti. Ogni tanto tirano fuori la propria aria fritta – conclude ADUC – si fanno belli con gli elettori. E poi punto e a capo.