Vaccini anti-Covid, sindacato CUB accusa Ipab Vicenza di violazione privacy

184

Questa mattina il sindacato CUB pubblico impiego di Vicenza ha manifestato davanti agli uffici di Ipab in piazzetta San Pietro per protestare contro l’obbligo vaccinale anti-Covid per i sanitari e per il modo in cui è stata gestita secondo loro la privacy dei dipendenti. “Su cento lavoratori messi alla berlina con nomi e cognomi riportati in una convocazione scritta dalla direzione per la sessione vaccinale – spiega Maria Teresa Turetta, che proprio su questo tema aveva inviato una diffida al direttore di Ipab – violando clamorosamente il loro diritto alla privacy, se ne sono presentati meno di 30 di cui molti sono usciti dopo avere dichiarato che dissentivano dall’inoculazione al vaccino. Molti sono già stati contagiati dal virus e non hanno nemmeno avuto il riconoscimento dell’infortunio sul lavoro. Oggi è clamorosamente scoppiato il dissenso di una classe lavoratrice che per la gestione pandemica ha già dato, ammalandosi e gestendo turni e sacrifici immensi”.

“Ipab Vicenza non ha violato solo la privacy dei lavoratori non vaccinati ma non ha rispettato nemmeno ciò che prescrive DL 44 del 1 aprile 2021 – sostiene ancora Turetta -che precisa a chiare lettere che della vaccinazione degli operatori sanitari se ne debba occupare direttamente l’Usl di riferimento del dipendente attraverso una comunicazione che tuteli, nei modi e nei termini dovuti, i dati sensibili del lavoratore”.

“La CUB ha inviato un reclamo al Garante della privacy di Roma, contro l’iniziativa di Ipab Vicenza e la protesta di oggi è a supporto di una classe lavoratrice che non ci sta al ricatto “o ti vaccini o perdi il lavoro” La CUB non si schiera pro o contro le vaccinazioni ma al fianco dei lavoratori e contro i ricatti occupazionali che si celano dietro all’obbligo vaccinale introdotto dal decreto 44/2021. Il problema è che il decreto prevede la sospensione senza retribuzione per gli operatori sanitari che per mille motivi decidono di non vaccinarsi, mettendoli nella condizione di dover scegliere se rinunciare a tutelare la propria salute o a sfamare la propria famiglia, facendo passare per assodata l’assoluta efficacia del vaccino. L’Istituto superiore di sanità afferma –senza fraintendimenti- che la vaccinazione anti-Covid non dà la certezza d’essere sicura per chi la fa, non dà la certezza di non contagiare gli altri”.

“La CUB non si ferma qui – conclude Turetta – ha proclamato lo sciopero generale di tutti i servizi sanitari e socio sanitari pubblici e privati il 21 maggio 2021 per l’intera giornata con manifestazioni locali e nazionali, per impedire che il decreto 44/2021 sia trasformato in legge, per far inserire gli ammortizzatori sociali che garantiscano almeno l’80% dello stipendio per gli operatori eventualmente sospesi dal servizio, per ricostruire i servizi sociali territoriali smantellati negli anni da privatizzazioni selvagge”.