Il Movimento Difesa del Cittadino – Veneto commenta in un comunicato l’esito dell’audizione dello scorso 4 maggio, quando la Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha audito la sottosegretaria di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Alessandra Sartore, in merito allo stato di attuazione del F.I.R..La dott.ssa Sartore ha affermato che al 29 aprile scorso risultano vagliate 48.886 domande con un differenziale di pagamenti approvati per 234 mln/euro.
“Statisticamente, quindi – si legge nel comunicato – considerato che il F.I.R. ha una capienza di 1.575 mld/euro e che sono state presentate circa 144.000 domande di indennizzo, all’esito dell’esame di tali domande residueranno circa 887 mln/euro.
A parere della scrivente associazione, tali somme residue non potranno che andare
redistribuite, nel rispetto della normativa vigente, agli aventi diritto, coloro cioè le cui
domande di accesso al F.I.R. sono state accolte. Va ricordato, infatti, che il F.I.R. eroga indennizzi a favore dei risparmiatori che hanno subito un pregiudizio ingiusto da parte di banche e loro controllate aventi sede legale in Italia, poste in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del 1 gennaio 2018, in ragione delle violazioni massive degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza, ai sensi del testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria di cui al d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 (l. 30 dicembre 2018 n. 145, c. 493). La legge, approvata all’esito di lavori estremamente lunghi e difficoltosi, riserva l’accesso al F.I.R. solo ed esclusivamente ad alcuni risparmiatori, quelli incappati nel dissesto di alcune banche, 11 per la precisione (BCC Banca Brutia, Banca Popolare delle province Calabre, BCC Paceco, Credito Cooperativo Interprovinciale Veneto, Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Banca Padovana Credito Cooperativo, Banca Popolare di Vicenza, Cassa di risparmio di Chieti, Cassa di risparmio di Ferrara, Veneto Banca)”.
“La legge, inoltre, prevede altresì che la misura dell’indennizzo, commisurata al 30% del costo d’acquisto dei titoli oggetto della richiesta d’indennizzo, può essere incrementata qualora in ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 le somme complessivamente erogate per l’indennizzo secondo il piano di riparto siano inferiori alla previsione di spesa dell’esercizio finanziario, nel pieno rispetto dei limiti di spesa, della dotazione finanziaria del F.I.R. e fino al suo esaurimento, fermo restando quanto previsto al comma 499 (l. 30 dicembre 2018 n. 145, c. 496). Quanto dichiarato dall’onorevole Ruocco, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, all’esito dell’audizione della dott.ssa Alessandra Sartore’ – osserva Matteo Moschini, presidente di M.D.C. Veneto, ‘ovvero che “Altro tema importantissimo che è stato affrontato a proposito del fondo è quello di non coprire soltanto i truffati delle banche venete ma estendere anche alla Popolare di Bari o a vicende come quelle della Deiulemar che hanno visto i risparmiatori, comunque, anche in quel caso, ingannati”, oltre che essere non rispondente al vero in quanto le prestazioni del F.I.R. sono a beneficio dei truffati di 11 banche situate su tutto il territorio nazionale, non quindi dei soli truffati dalle banche venete, si pone con ogni evidenza al di fuori del perimetro tracciato dalla legge istitutiva del F.I.R., legge che l’on.le Ruocco, anche in virtù dell’incarico rivestito, dovrebbe conoscere”.
“Auspichiamo quindi – conclude Moschini – che la politica, nel rispetto degli impegni assunti con il popolo dei risparmiatori traditi dalle banche e cristallizzati nella stessa legge istitutiva del F.I.R., provveda senza ritardo e vada a redistribuire le somme che residueranno all’esito del versamento degli indennizzi agli aventi diritto, coloro cioè le cui domande di accesso al F.I.R. sono state accolte”.