Il presidente dell’associazione di risparmiatori Coordinamento associazioni banche popolari venete “don Enrico Torta” avvocato Andrea Arman torna in un comunicato sul residuo del FIR, fondo di indennizzo ai risparmiatori danneggiati dal crac di 11 banche tra cui le ex popolari venete. “E’ di questi giorni, ed insistente, la presa di posizione dell’On. Ruocco, presidente della “Commissione Bicamerale di Inchiesta sul Sistema Bancario e Finanziario”, che sostiene la necessità di indennizzare i risparmiatori della Popolare di Bari e di altre non meglio specificate banche attingendo alla dotazione del FIR o, per meglio dire, ai soldi che avanzeranno una volta pagato il 30% – afferma Arman -. Al di là della evidente considerazione che l’onorevole Ruocco nel momento in cui esprime il suo legittimo punto di vista su questo tema non lo dovrebbe fare da Presidente della Commissione, in quanto la stessa si dovrà esprimere con documento condiviso a conclusione dei lavori, ma da parlamentare, ci preoccupa l’insistenza con la quale l’onorevole tratta l’argomento. Ci preoccupa anche, per dire, la scarsa attenzione della Commissione rispetto alle perduranti distonie del sistema bancario e finanziario e rispetto ai fatti accaduti nelle banche venete successivamente al 2015 e cioè nel periodo in cui queste sono di fatto state commissariate da Banca d’Italia e BCE”.
“Di certo noi risparmiatori veneti non siamo ostili ad un indennizzo a favore di tutte le vittime delle distorsioni del sistema bancario, e quindi anche a favore dei soci della Popolare di Bari, ai quali spesso abbiamo offerto e dato collaborazione ma … diamo solidarietà ai risparmiatori pugliesi e di altre regioni che avessero subito ingiusto danno affinchè abbiano a ricevere un adeguato indennizzo ma attraverso specifica previsione normativa estranea al FIR. Se davvero i politici perseguono un obbiettivo di giustizia sostanziale e non la facile propaganda elettorale, ben potrebbero trovare i fondi fuori della legge FIR. In tempi di Covid, di redditi di cittadinanza, di finanziamenti a sostegno di svariate situazioni, non mancano di certo i fondi e neppure gli argomenti per procedere all’indennizzo di altri che venissero ritenuti vittime innocenti di malefatte bancarie. Anche i fondi dormienti, dai quali sono tratti i soldi per il FIR, hanno ancora capienza. Ciò che hanno patito i risparmiatori veneti e la terra veneta per la crisi (evitabile) delle popolari venete non è paragonabile a nessuna altra situazione verificatasi nello Stato Italiano. Non sarebbe giusto e sarebbe ancora una volta umiliante per i veneti che, stravolgendo la legge FIR, venissero sottratte risorse che a loro sono state destinate. Chiediamo alla politica del Veneto – conclude Arman – di intervenire per evitare che la legge FIR venga stravolta”.