Ci son voluti cinque mesi ma, alla fine, il Comune di Vicenza ha deciso quale punto del suo territorio sarà dedicato alla memoria di uno dei suoi grandi campioni dello sport, sicuramente il più amato: Paolo Rossi. Il pantheon degli eroi sportivi vicentini comprende molti nomi ma questo onore – salvo l’intitolazione dello stadio comunale a Romeo Menti – è stato finora riconosciuto solo al centravanti del Real Vicenza vicecampione d’Italia e della Nazionale campione del Mondo nel 1982.
A Paolo Rossi sarà intitolato il piazzale che si apre dinnanzi allo storico ingresso centrale (bene tutelato da vincolo della Sovrintendenza) dello stadio. Prima non aveva una definizione autonoma, era solo un tratto di via Schio, e nemmeno una sistemazione urbanistica, essendo un parcheggio sul lato ovest dell’impianto. Quando si passerà dalle parole ai fatti, entrerà nella toponomastica cittadina con il nome Largo Paolo Rossi e sarà trasformato in uno slargo pedonalizzato e attrezzato.
È previsto anche un restyling con arredo urbano, tinteggiatura del perimetro della recinzione dello stadio che ospita la biglietteria, una gigantografia del campione e, più avanti, una statua bronzea che lo ritrae con la divisa della Nazionale.
Quest’ultima scelta non è piaciuta a molti: perché non con la maglia del Lanerossi? In fondo siamo a Vicenza, davanti allo stadio in cui è diventato un campione, la statua è un omaggio dei cittadini. Quindi, per coerenza e rispetto, si vorrebbe che l’effige fosse quella più cara ai vicentini. C’è tempo per ripensarci, le scelte calate dall’alto non sono sempre giuste e apprezzate.
Il sito prescelto è sicuramente il migliore. Per il collegamento ideale e storico con quella parte della carriera di calciatore di Paolo Rossi che ha avuto come scenario Vicenza e il suo stadio. Per la emotività che sempre sarà provocata in tutti gli spettatori che accederanno al Menti, sia locali che foresti, dal forte ricordo di un atleta amato e conosciuto in tutto il mondo. Per la prossimità al centro della città e per l’insediamento in un’area urbana destinata da ottantacinque anni allo sport (non solo al calcio, perché sull’altra sponda del fiume c’è il coevo impianto ex-GIL).
Sono state bocciate, per fortuna, tutte le altre proposte: alcune davvero stravaganti, altre irrealizzabili, altre inopportune. Qualcuno aveva pensato a uno stradone periferico, era stata perfino ipotizzato di cambiar nome a una piazza del Centro Storico. E nemmeno è stato preso in considerazione cancellare l’intitolazione a Romeo Menti dello stadio. C’era poi chi voleva il nome di Paolo Rossi legato a una biblioteca o a una palestra, pur con valide motivazioni, ma forse era troppo poco o non centrava il focus della dedica.
Il Rossi vicentino sarà, invece, sempre legato al suo stadio e sia chi ha avuto la fortuna di essergli stato contemporaneo e di essere stato spettatore sugli spalti dei suoi gol biancorossi, sia chi – fra decenni – ne avrà solo sentito parlare o, al massimo, avrà visto qualche vecchio filmato in bianconero, proverà sicuramente un’emozione passando per quel luogo e assorbendo la sacralità (assolutamente laica e profana, certo) che trasmette.
Il necessario collegamento fra Largo Paolo Rossi e lo Stadio comunale Romeo Menti, che ne fa un tutt’uno che mai si potrà dividere, comporta un legittimo interrogativo sul futuro dell’impianto. Molti hanno letto nella scelta di creare lo slargo, la conferma di dare un futuro all’ormai decrepito stadio e la definitiva cancellazione della costruzione di uno nuovo.
Questa seconda soluzione, a dire il vero, è stata accantonata ormai da anni. Considerazioni economiche prima di tutto (una diversa destinazione d’uso dell’area su cui sorge lo stadio aveva perso interesse sul mercato) ma anche di cultura popolare: togliere il Menti ai vicentini e dirottarli verso un nuovo impianto periferico sarebbe un affronto alla storia calcistica della città.
L’idea che era prevalsa e che è tuttora allo studio di fattibilità è piuttosto quella di un rifacimento totale dello stadio per adeguarlo alle esigenze del calcio attuale e futuro. Il problema è, però, questo: l’impianto è di proprietà pubblica e il Comune – o meglio: i cittadini – spendono ogni anno centinaia di migliaia di euro per le manutenzioni straordinarie necessarie ad assicurare la sua agibilità e la conformità alle normative amministrative e sportive. Il Comune non ha le risorse per rifare il Menti e sarebbe ora che i vicentini non tirassero più fuori schei per tener su un bene pubblico che è usufruito da un solo soggetto, la società sportiva concessionaria. La quale, per di più, non paga un centesimo di affitto perché ha ereditato una convenzione largamente favorevole che la precedente amministrazione aveva omaggiato al Vicenza Calcio sull’orlo del fallimento e che prevede il solo obbligo di partecipare alla manutenzione straordinaria (se ce ne fosse bisogno) con un contributo di 40.000 euro all’anno. La convenzione scade il prossimo 30 giugno e, per ora, non c’è nessun segnale che sia modificata, anzi si parla di proroga. È giusto che una società di capitali, qual è il LR Vicenza, non paghi nulla di affitto?
Il rifacimento del Menti è necessariamente legato a un accordo pubblico-privato: il Comune concede in esclusiva per cinquant’anni lo stadio, assicurando in allegato qualche benefit tipo licenze edilizie e commerciali e accollandosi i costi di adeguamento della viabilità, dei trasporti e della sicurezza. A fronte il privato paga l’opera. Venticinque-trenta milioni la spesa preventivabile.
Senza stadio nuovo è inutile parlare di Serie A, questo è chiaro, ma visto che c’è in corso il famoso piano quinquennale della società per centrare la promozione, vogliamo cominciare a parlarne?
Home Vicenza Sport BiancoRosso Largo Paolo Rossi-Stadio Menti: un tutt’uno che prelude al rifacimento dell’impianto?