Storie audaci di persone con sclerosi multipla: il viaggio da Schio alla Basilicata di Stefano “Piter” Pieropan

538
Stefano Piter Pieropan
Stefano Piter Pieropan

Una delle 7 storie (qui il racconto in video) della campagna “Scacco Matto storie audaci di persone con Sclerosi Multipla”, che si avvale della consulenza di un team di esperti composto da: Angela Martino – Past President di AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, Federica Balzani – Coordinatore Pharma and Healthcare Corporate Relations AISM Onlus e membro del Board della EMSP e del Patient Engagement Group di MULTI-ACT, Professoressa Marinella Clerico – Responsabile SD Patologie Neurologiche Specialistiche, AOU San Luigi Gonzaga e Professore associato Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche UniTo, Dottor Luigi Lavorgna – Neurologo AOU Università «Luigi Vanvitelli», Chair del Gruppo di Studio “Digitale” della Società Italiana di Neurologia, parla di Stefano Pieropan di Schio.”Il viaggio lo feci proprio dieci anni fa”ci spiega Stefano.

Perché la Basilicata?

“Qualche mese prima vidi il film con Rocco Papaleo Basilicata Coast to Coast. Era un territorio sconosciuto, io ho sempre viaggiato molto, avevo visitato la Calabria, la Puglia, ma Basilicata e Molise sono spesso dimenticatti. Lì è tutto un altro ambiente rispetto a Schio, ci sono paesaggi nuovi per noi vicentini. Ho pensato fosse l’ideale per riscoprire me stesso, per accettare non tanto la malattia in sé, ma accettare me con la malattia, accettare i cambiamenti che la malattia avrebbe comportato. Sono partito da solo, ho fatto Vicenza Matera in bus, poi Matera Maratea a piedi, in totale circa 350 chilometri di viaggio”.

Stefano ha scritto due libri “A spasso con la multipla” che parla della malattia e “Sulla strada con la multipla” che parla del viaggio in Basilicata.

“Non ho fatto foto per non avere distrazioni – ci spiega – il viaggio mi regalò sensazioni nuove, sono riuscito a parlare della malattia con gli sconosciuti e poi di conseguenza con agli affetti più cari, amici, parenti, la fidanzata dell’epoca, che invece era quello che non avevo fatto nei quattro anni precedenti, chiudendomi in me stesso. Ho scritto appunti durante il viaggio; all’inizio non volevo pubblicarlo, poi i miei amici mi hanno convinto. Già il fatto di aver intrapreso un viaggio da solo è un messaggio anche per altri”.

Quali sono le risposte che ti ha dato questo viaggio?

“La svolta è stata vedere la malattia non come una battaglia, ma come una partita da giocare con se stessi ogni giorno e trarne positività. Questi sono anche valori che per fortuna ho imparato giocando per anni a calcio”.