Luigi Ferraris è il nuovo amministratore delegato di FS Italiane. Con questo nome il premier Mario Draghi inaugura una nuova stagione alla guida di Ferrovie dello Stato si legge sulle agenzie di stampa. E dà così il benservito a Gianfranco Battisti, manager miracolato dal Movimento 5 stelle che si è distinto per aver comprato le ferrovie greche, che nessuno nel mondo voleva (ma le FS dovevano avere un posto al sole come fu per Mussolini), e che ha percepito 1,59 milioni di euro dall’assicurazione delle FS (Generali) per un infortunio avvenuto nel bagno di casa. Il Governo la chiama discontinuità, ma in realtà il nuovo a.d. è in perfetta continuità con i ruoli da lui stesso svolti nel passato con i vecchi governi. Dirigente in controllate di Finmeccanica, Enel, Enel Green Power, Terna, è stato anche Chief Financial Officer per il Gruppo Poste Italiane. In poche parole, insomma, il controllore dei grandi investimenti infrastrutturali del prossimo futuro in capo alle FS e ad ANAS è un appartenente alla immortale razza dei boiardi di Stato. Discontinuità nella continuità dei migliori che erano all’opera già prima dell’arrivo di Draghi.
Dario Balotta presidente Onlit, Osservatorio nazionale liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti