Pedemontana Veneta, pochi mezzi in primi giorni apertura Montebelluna-Bassano. Cavion (Confartigianato Imprese Vicenza): “tariffe alte ma sono ottimista”

1143
Pedemontana casello Montebelluna Bassano
Pedemontana casello Montebelluna Bassano

Traffico rado nei primi giorni di apertura del nuovo tratto Montebelluna-Bassano: pesano il caro-pedaggi e il fatto che per ora l’utenza sia soprattutto locale e per viaggi brevi. Numerosi i “bolidi” che approfittano dell’asfalto libero e dell’assenza di autovelox fissi. I rappresentanti delle Confartigianato: “Ma la superstrada è essenziale. Col completamento dell’opera le cose cambieranno”. La tratta da 35 chilometri di Pedemontana Veneta tra Bassano del Grappa e Montebelluna è aperta da soli quattro giorni, ed è quindi evidentemente prematuro trarre qualsiasi genere di conclusione su come l’opera influisca sulla vita di imprese e cittadini; tuttavia, le prime impressioni restituiscono l’immagine di un’arteria stradale senz’altro sentita come necessaria, ma rispetto alla quale non si può credere che siano le inaugurazioni delle singole tratte a segnare davvero la svolta – che potrà arrivare solo a lavoro compiuto.

I dati sul traffico rilasciati dal concessionario Spv si riferiscono per ora, naturalmente, alla tratta precedentemente aperta: ed è infatti effettivamente possibile notare un significativo aumento lo scorso mese di novembre, in corrispondenza dell’attivazione della terza tratta da Breganze a Bassano. Se infatti l’apertura della seconda a giugno 2020, da Malo a Breganze, era servita “solo” a riportare il traffico ai circa 100.000 veicoli al mese che si erano visti pre pandemia, con il tassello aggiunto a fine anno si è arrivati a quasi 131.000. Cifre ancora lontane dal punto di equilibrio in grado di permettere alla Regione di pagare il canone e avanzare risorse da reinvestire, individuato in 27.000 veicoli al giorno; ma rispetto al quale il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion, professa ottimismo: “C’è stata una crescita importante dei traffici già con la tratta precedente, e quella fino a Montebelluna sicuramente ha le potenzialità per proseguire verso il raggiungimento di quella cifra una volta che tutta l’arteria sarà completata – assicura –. L’ho provata di persona e posso dire che è una grande infrastruttura che cambierà tutto il Veneto e non solo: le nostre aziende sono sempre state competitive solo fino al loro cancello, e poi penalizzate dalle difficoltà di trasporto. Ora le cose possono cambiare”.

A sentire chi lavora sul campo, tuttavia, quest’ultima inaugurazione non ha segnato nei primi giorni un aumento significativo del traffico: “Ha percorso la nuova tratta un mio collaboratore, e mi ha riferito che è comodissima, ma di non aver visto un flusso tale da far pensare che ci fosse un entusiasmo generalizzato di provarla – riferisce Igor Sartori, presidente della categoria trasporto merci di Confartigianato Vicenza –. Per quanto sia fuori discussione che si tratta di un’opera indispensabile, perché eravamo davvero in una situazione ormai insostenibile sia per i tempi di percorrenza che per la congestione stradale e l’inquinamento, non si può ignorare che partire con pedaggi così alti sia un deterrente (ben 5,30 euro per un’automobile da Montebelluna a Bassano Est, per portare la nuova tratta a titolo di esempio, ndr): certo per chi lavora è denaro anche ciò che si guadagna in termini di tempo e sicurezza, ma basta vedere quel che è accaduto con la Brescia-Bergamo-Milano, che si è subito fatta la nomea di autostrada cara, per capire quanto questo influisca comunque sulla percezione delle persone. Anche il tunnel tra Schio e Valdagno, all’apertura, era poco frequentato, e lo è stato di più una volta abbassati i pedaggi: però, ora che ci si è abituati alla comodità, nessuno ci rinuncerebbe più solo in ragione del costo, e credo lo stesso avverrebbe per la Pedemontana”.

Analoghe segnalazioni sono arrivate anche da molti altri automobilisti e autotrasportatori, che hanno raccontato di aver trovato un nastro d’asfalto con traffico rado, addirittura utilizzato nelle ore serali da un notevole numero di auto di grossa cilindrata (un paio di Ferrari, più di qualche Porsche, avvistata pure una Lamborghini) per “tirare” i motori approfittando della (provvisoria?) assenza di autovelox fissi lungo gli oltre 60 chilometri di tracciato ora percorribile.

“Forse si sarebbe dovuti partire con una politica di prezzi più aggressiva – dice ancora Igor Sartori – : sicuramente come categoria ci impegneremo per avere agevolazioni, quantomeno per chi la percorre spesso. Sulla Pedemontana però, ripeto, non si torna comunque indietro: si sapeva che sarebbe stata costosa, ma si sapeva anche che è indispensabile, e quando sarà finita certamente darà i suoi frutti e costituirà l’alternativa al passante di Mestre per chi percorre la via più a Nord. E, mettiamoci pure l’incentivo vacanze, anche per chi si muove da Vicenza al mare o alla montagna d’estate, collegandosi con l’A27”.

Esiste quindi il rischio di una sorta di “doppio binario” – ossia le imprese disposte a utilizzare la nuova Pedemontana da subito in ragione dei risparmi su tempo, sicurezza e manutenzione dei mezzi, e i privati cittadini che invece non ne vedranno la convenienza almeno finché l’opera finita non renderà davvero tangibile il vantaggio di percorrerla? “Sicuramente bisogna riflettere sulle abitudini delle persone – osserva Cavion –. Sulle medie e lunghe percorrenze sicuramente è vantaggiosa anche per il privato cittadino, meno sulle brevi: tenendo conto che la Pedemontana ha caselli ogni 5-6 km, difficilmente pagherà un pedaggio per entrare a un casello e uscire al successivo. È possibile che, finché l’opera non sarà finita e quindi finché il traffico sarà prevalentemente locale, vedremo un fenomeno per cui le imprese hanno comunque interesse a percorrere la Pedemontana da subito, mentre i cittadini residenti che si muovono nei dintorni di casa ne hanno meno. Ma non possiamo certo concluderne che è un’arteria stradale che interessa solo le imprese, perché con i raccordi alla A4 e alla A27 cambierà radicalmente la tipologia di traffico. Che a quel punto, più che locale, sarà da altre regioni o addirittura dall’estero: penso ad esempio ai turisti che vanno verso il Grappa o Marostica. Ma anche ai flussi di capitale umano e di saperi tra le imprese, collegando le aziende con i vari Innovation Center, Competence Center universitari e altre realtà di questo tipo. A quel punto peraltro, considerato il maggior traffico veicolare, sarà possibile anche abbassare i pedaggi”.

Simile anche l’analisi del presidente di Confartigianato imprese della Marca Trevigiana, Vendemiano Sartor, egli stesso titolare di una ditta di autotrasporti: “Non farei una distinzione tra cittadino e impresa, ma tra lunga e breve percorrenza – osserva –. Anche se la Pedemontana ha caselli con frequenza doppia rispetto a quella delle normali autostrade, prestandosi quindi anche a percorsi brevi, non dobbiamo dimenticare che la sua funzione primaria è quella di raccordare con l’esterno e di scaricare il traffico ormai dalla viabilità ordinaria ormai impraticabile: una volta conclusa l’opera, auspichiamo entro i tempi previsti, tutti avranno interesse a utilizzarla, e anche i costi saranno più competitivi. E, del resto, non sono nemmeno più alti rispetto a quelli di altre strade a pedaggio che hanno richiesto forti investimenti: e non dimentichiamo che buona parte di questi sono dovuti anche alle accresciute attenzioni alla tematica ambientale, giuste e doverose”.

Ma Sartor tiene soprattutto ad allargare lo sguardo oltre: “Non dimentichiamo che stiamo parlando di una strada che deve connettere l’area Pedemontana dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia, una delle zone più competitive d’Italia – sottolinea –: se si arriverà anche a connettere la A28 alla A23 senza passare dalla A4, tramite le soluzioni prefigurate per andare da Cimpello a Gemona, e a creare connessioni sull’asse Nord-Sud anche con il bellunese, riusciremmo davvero a chiudere un cerchio che unisce questo territorio all’area centro europea sia per quanto riguarda la manifattura che per quanto riguarda il turismo”. Un punto peraltro recentemente sollevato dalla presidente degli industriali bellunesi, Lorraine Berton, che aveva invitato ad intervenire anche sulla viabilità che collega l’area feltrina al montebellunese.

Rimane però il fatto che, a detta di tutti e tre i rappresentanti delle categorie, volumi di traffico davvero significativi potranno essere raggiunti solo a opera ultimata e connessa con le altre arterie; mentre nel frattempo i pedaggi salati costituiscono un forte deterrente. Scartata un’improbabile concessione della gratuità ai residenti, di cui in questi giorni si è tornato a parlare, si punta piuttosto su formule come abbonamenti: “Il tema si pone – riconosce Sartor – ma per favorire gli incassi del gestore, che comunque è garantito dalla Regione, è bene pensare ad abbonamenti o formule di questo tipo”.

“È vero che le tariffe sono elevate – concorda Cavion – ma non dimentichiamo che è un’opera che deve essere ancora ammortizzata. Sicuramente come categoria siamo coscienti del problema e avanzeremo proposte per la soluzione, come abbonamenti; non dimentichiamo però che il risparmio in termini di tempo, gasolio, manutenzione, e in termini di accresciuta sicurezza va comunque conteggiato”.

Chiara Andreola su VeneziePost