Presunta bufera in casa Etra, la versione del direttore del consiglio di gestione Andrea Levorato

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A sinistra Andrea Levorato, a destra Simone Bontorin direttore consiglio sorveglianza
A sinistra Andrea Levorato, a destra Simone Bontorin direttore consiglio sorveglianza

Il direttore del consiglio di gestione della multiutility Etra Andrea Levorato risponde in un comunicato all’articolo di Marco Milioni pubblicato il 4 giugno su VicenzaToday che parlava di bufera e di manager ribelli proprio rispettto a Levorato. Etra, con sede legale a Bassano e amministrativa a Cittadella, è una multiutility a totale proprietà pubblica, cioè una società soggetta alla direzione e al coordinamento dei Comuni soci in base all’art. 30 del TUEL (Conferenza dei Servizi), che svolge una serie di servizi di rilevanza pubblica.

L’attività di Etra si svolge nel bacino del fiume Brenta, che si estende dall’Altopiano di Asiago ai Colli Euganei, comprendendo l’area del Bassanese, l’Alta Padovana e la cintura urbana di Padova. Questo territorio, attraverso i propri rappresentanti (Comuni e Consiglio di Bacino Brenta), ha affidato a Etra compiti essenziali per la collettività: la gestione del servizio idrico integrato e la gestione dei rifiuti.

“Mi sorprende che i nostri manager si siano sentiti costretti a rivolgersi ad un ufficio legale per chiedere all’azienda informazioni sulle normali procedure interne – afferma Levorato -. Non è un segreto che il Consiglio di gestione ha ricevuto mandato dal Consiglio di sorveglianza (ossia dai sindaci del territorio in cui la società è operativa) di avviare un procedimento disciplinare nei confronti di due dirigenti interni all’azienda. La governance si è immediatamente attivata per trovare una risposta efficace alle dinamiche interne e per rassicurare così sindaci e cittadini che Etra lavora, come sempre, nella più completa trasparenza. Quanto ai problemi riguardanti le carenze di organico non sono certo io a dover dare le risposte, che invece competono al direttore generale, ruolo che mai come oggi ha i più ampi poteri di organizzazione interna. In merito all’accenno di un esposto contro di me alla richiesta di accesso agli atti non mi risulta di essere indagato, anzi sono persona offesa in altri procedimenti. Sulla domiciliazione dell’avvocata Giovanna Rossetto sono molto sereno nell’affermare che la conosco anche perché, come altri professionisti, aveva lo studio legale nello stesso stabile in cui si trovava il mio. Ultima precisazione – conclude Levorato – nell’articolo si fa riferimento ad una mail alla quale sono stato contattato, si tratta effettivamente di una pec mandata all’ufficio protocollo, spedita il 3 giugno. Una mail che purtroppo non ho avuto il tempo di vedere, l’articolo è stato pubblicato il 4 giugno. Non sono quindi stato contattato direttamente, come si scrive nell’articolo”.