Il giorno stesso dell’apertura di Montebelluna, scrivono nella nota che pubblichiamo Matilde Cortese, Massimo M. Follesa, Elvio Gatto portavoce Co.Ve.P.A., molti hanno chiesto la riduzione dei pedaggi, cosa che in astratto avrebbe senso, soprattutto se le differenze le pagassero chi voluto a tutti i costi la SPV dei Doglianos, ma sembra che neanche chi l’ha voluta e ficcata su a tutti i veneti voglia pagarla. Quello che emerge è che abbiamo a che fare con uno zombie e che ci hanno costretti a subirla e ora ci vogliono imporre di pagare la corda con cui siamo stati costretti ad impiccarci. Visto che Zaia, per questo zombie stradale, ci obbliga a pagare 154 milioni all’anno, che senso ha chiedere solo le riduzioni dei pedaggi quando prima era gratis per i residenti? Perchè si continua a tacere il fatto che nel contratto servono 12 mld per la gestione della SPV e che il ritornello di numeri di Zaia produce solo la metà di questo importo?
Adesso che la regione è socia, garante e manlevadrice dell’opera ci sembra veramente poco chiedere solo sconti sul pedaggio, visto che alla progettazione di finanza di SIS contribuiamo con 670 milioni di € pubblici, più 300 in prestito da CDP, e che garantiamo alla SIS anche un introito minimo di 6 mld in 39 anni, abbonando la differenza di 6 mld per coprire tutti i costi di gestione previsti nel piano finanziario. Dopo tutta questa macchina finanziaria e questa montagna di cemento e soldi, riteniamo sia importante fare un’operazione verità, perché siamo di fronte a un buco ciclopico pari a quello del Mose.
La prima questione su cui fare luce è il fatto che i soldi dei pedaggi e quelli del bilancio non resteranno in Veneto dal momento che i soci di SIS partecipano alla Circuitus Capital con sede a Londra. Si tratta di una un’impresa per la gestione di capitali specializzata nell’investimento di capitali nelle infrastrutture principalmente concernenti l’area europea, e che, guarda un po’ il caso cinico e baro, ha in portafoglio solo il bond di SPV. E’ dunque lecito immaginare una via oltremanica per il flusso dei ricavi dai pedaggi di Pedemontana Veneta e di quelli a copertura del mancato traffico tramite le casse del bilancio regionale o di quelle statali? Viene il sospetto che non solo li paghiamo per gestire l’autostrada ma anche per gestire il bond che la regione ha determinato in modo fondamentale a ottenere sul mercato. La cosa è veramente strana se fosse vera, dato che senza l’intervento della Regione Veneto, mai JP Morgan e SIS avrebbero ottenuto il credito sulla SPV dai mercati internazionali.
Infine prima di parlare di riduzioni dei pedaggi si compia fino in fondo un’operazione verità per chiarire cosa leghi Zaia e i Doglianos, si aspetti il primo bilancio in rosso certificato, si finiscano tutti i 162 km della concessione, si dichiari che il PEF è fallito, si liquidi SIS responsabile della Pedeveneta zombie; per ultimo si dichiari che l’opera non è rispondente agli obiettivi di mobilità e men che meno a quelli di connessione delle aree interne mancando l’intermodalità tra gomma-ferro e tra mobilità veloci e lente, e si parli di a cosa servono i pedaggi.
Matilde Cortese, Massimo M. Follesa, Elvio Gatto portavoce Co.Ve.P.A.