Il cardinale Marx e lo scandalo abusi, la Repubblica: “Lascio, la Chiesa è a un punto morto”

L’addio motivato in una lettera a Bergoglio “Siamo corresponsabili per la catastrofe, spero in una svolta ma servono riforme”

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Il cardinale Marx con papa Francesco
Il cardinale Marx con papa Francesco
di Paolo Rodari, da repubblica.it (4 giugno). La lettera con la quale il cardinale tedesco Reinhard Marx chiede al Papa di accettare le sue dimissioni come arcivescovo di Monaco e Frisinga coglie di sorpresa la curia romana ma non Francesco, che ne ha autorizzato la pubblicazione. Stretto collaboratore di Bergoglio fin dall’inizio del pontificato, membro del Consiglio dei cardinali, il C7, che lavora nel governo della Chiesa, per alcuni anni coordinatore del Consiglio per l’Economia, Marx ha però deciso di chiedere le dimissioni da solo, un’azione maturata in coscienza. Parlando non solo di «fallimenti a livello personale» e di «errori amministrativi», ma anche di «un fallimento istituzionale e sistematico » per la crisi degli abusi sessuali a danno dei minori in Germania, il porporato tedesco si assume quella che dice essere una «corresponsabilità » a nome di tutta la Chiesa. Sullo sfondo, c’è la svolta impressa dal Papa nel summit sulla pedofilia avvenuto in Vaticano nel 2019, con la chiamata ai presuli a non fuggire dalle proprie mancanze.
Certo, Francesco ancora deve accogliere le dimissioni ma se Marx, come si dice abbia fatto, ha deciso dopo aver ascoltato la voce di tutta la Chiesa, a cominciare dalla base, difficilmente il Papa le rifiuterà. L’ecclesiologia papale in merito è chiara: l’ascolto del popolo, le sensazioni della base — soprattutto dopo quando avvenuto in Cile nel 2017, con i vescovi che hanno mentito sui crimini degli abusi allo stesso vescovo di Roma — devono fare scuola e non vanno eluse.
Marx è stato dal Papa nelle scorse settimane. Della volontà di dimettersi gli ha parlato esplicitamente. Qualche giorno dopo l’incontro il Papa, con una mail, ha autorizzato il porporato a pubblicare la lettera e in una telefonata successiva i due hanno concordato la data di ieri. «Ora il Papa sta pensando come rispondere», ha detto Marx. E ancora: «Non sono stanco di essere vescovo; non sono demotivato, certamente no», ha chiarito. «Il mio vuole essere un gesto che incoraggia », un segnale per dire «che non dobbiamo continuare a girare attorno a noi stessi, ma dobbiamo concentrarci sul Vangelo». «Siamo a un punto morto» dopo la vicenda degli abusi, «ma questo può diventare un punto di svolta», ha detto. Potrà aprirsi «una nuova epoca per il cristianesimo se si imparerà dalla crisi », ma servono «rinnovamento e riforme ».
Da un anno Marx è scosso per le notizie degli abusi in Germania. Per lui si è trattato di assumersi una «corresponsabilita» relativa ad abusi perpetrati «dai rappresentanti della Chiesa negli ultimi decenni». Era stato proprio il cardinale, nei mesi scorsi, a chiedere allo studio Westpfahl Spilker Wastl — lo stesso che fu incaricato della prima indagine sui casi di pedofilia nell’arcidiocesi di Colonia — di redigere un rapporto sugli abusi nella sua diocesi. Facendolo, il porporato assicurò che non avrebbe influenzato i risultati finali. Lo scorso anno, ha poi creato la Fondazione di pubblica utilità Spes et Salus incaricata di offrire «guarigione e riconciliazione» a tutte le vittime di violenze sessuali. Il porporato ha fatto sul serio, arrivando anche a donare alla Fondazione la maggior parte del suo patrimonio privato. Anche le vicende degli abusi nella diocesi di Colonia lo hanno segnato. Qui, non tutte le gerarchie si sono assunte una responsabilità sul passato. Del resto, non solo a Colonia, esistono presuli che tendono a minimizzare il fenomeno, a giustificarsi dicendo che il numero di abusi nella Chiesa è numericamente irrilevante rispetto a quanto avviene nella società laica. Ma non è questa la linea del Papa: anche un solo caso, per lui, dev’essere motivo di purificazione e di riforma interna. Per troppo tempo, negli anni passati, anche Roma ha saputo e ha taciuto. Colpevolmente. «Il fatto di avere trascurato e ignorato le vittime — ha scritto Marx — è sicuramente la nostra più grande colpa del passato». «Voglio dimostrare che non è l’incarico ad essere in primo piano, ma la missione del Vangelo. Anche questo fa parte della cura pastorale », ha concluso.