“Infernus”, in Basilica palladiana l’esposizione di Leonardo Frigo

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Da sinistra: Siotto, Rucco, Buttaroni, Vivian. In collegamento Frigo

Con la mostra “Infernus” l’artista Leonardo Frigo rende omaggio a Dante nell’anno in cui si celebrano i 700 anni della morte.

Nel salone della Basilica palladiana, dal 26 giugno al 31 agosto 2021, saranno esposti 34 strumenti musicali sui quali l’artista ha realizzato a china le illustrazioni ispirate alla prima cantica della Divina Commedia, l’Inferno. Ogni strumento musicale è dedicato ad un preciso canto, frutto di un lavoro minuzioso portato a termine in cinque anni.

Il progetto è stato presentato, in versione limitata di solo 11 canti, al Royal Institution of Great Britain a Londra. Questa è la prima volta che il corpus di opere viene esposto nella sua interezza, essendo terminati i lavori a dicembre 2020, in attesa di renderlo itinerante per portare a livello internazionale questa inedita fusione tra arte figurativa, musica e letteratura.

L’esposizione è organizzata da Tecnè srl con il patrocinio del Comune di Vicenza, che ospita questo originale progetto nel monumento palladiano.

La curatela è del critico e storico dell’arte Gianfranco Ferlisi.

Un ringraziamento speciale va ad Agsm Aim, main sponsor della mostra, che ha creduto fortemente in questo progetto condividendone obiettivi e visione.

A presentare la mostra c’erano oggi in sala Stucchi a Palazzo Trissino il sindaco Francesco Rucco, l’assessore alla cultura Simona Siotto, il vicepresidente di Agsm Aim Gianfranco Vivian e Carlo Buttaroni presidente Tecnè. Si è collegato da Londra Leonardo Frigo.

“È trascorso più di un anno da quando abbiamo chiuso le porte dell’ultima mostra organizzata in Basilica. Ed ecco che ritorniamo, da quell’8 marzo 2020, a riallestire lo spazio del grande salone, con ottimismo e fiducia verso una ripartenza culturale – ha dichiarato il sindaco Francesco Rucco -. Ricominciamo adesso, appena è stato possibile, con un’esposizione suggestiva che ci conduce direttamente nel vivo delle celebrazioni per i 700 anni della morte del sommo poeta. Grazie all’originalità del progetto dell’artista Leonardo Frigo, nato e cresciuto in provincia di Vicenza, ad Asiago, avremo la possibilità di ripercorrere la narrazione della prima cantica della Divina Commedia attraverso le immagini impresse su strumenti musicali. Una proposta originale che sono certo saprà suscitare interesse e apprezzamento”.

“Con un giovane artista vicentino accoglieremo per l’estate i visitatori in Basilica palladiana con una proposta che ci consente anche di celebrare Dante nell’anno a lui dedicato – ha sottolineato l’assessore alla cultura Simona Siotto -. L’esposizione vuole essere un omaggio alle idee originali, all’interessante relazione tra letteratura, musica e arte che può essere apprezzata da tutti. Il salone della Basilica resta così visibile nella sua maestosità e fino a fine agosto ospiterà anche questi originali violini che fanno davvero volare con la fantasia e tornare ai versi danteschi con rinnovata freschezza”.

“Continua la consueta vicinanza dell’Azienda a tutte le iniziative che contribuiscono a diffondere cultura e il gusto del bello in città e nel territorio – ha detto il vicepresidente di Agsm Aim Gianfranco Vivian -. A maggior ragione diamo il nostro convinto sostegno a questa proposta che vede come protagonista un giovane artista locale che già promette risultati del tutto significativi”.

“L’Inferno di Dante è stato per me fonte di ispirazione sin da quando ero bambino – commenta l’artista, Leonardo Frigo – e posso dire che mi ha insegnato a immaginare e sognare. Ho terminato il progetto nel dicembre 2020 dopo 5 anni di lavoro in cui ho voluto riunire in un’opera d’arte le mie passioni: la musica, la poesia e Dante appunto. Mai avrei pensato che venisse esposto per la prima volta in un periodo così difficile come quello della pandemia. Ecco, desidero che questo progetto rappresenti un segnale di vera rinascita e di spinta verso il futuro: un percorso emozionale che ci aiuti a ‘riveder le stelle’”.

L’intera opera non è un semplice prodotto finale di un lavoro creativo, ma nasce dal vivo desiderio dell’artista, nato ad Asiago ma che risiede a Londra, di condividere, promuovere e far conoscere la cultura italiana in tutto il mondo attraverso la sua personale visione artistica

Il progetto propone una delle più originali letture dell’immaginario dantesco, offrendo al visitatore un viaggio unico nell’inferno di Dante dalla forte potenzialità conoscitiva e attrattiva.

La mostra vuole parlare a tutti – a un pubblico esperto, al cittadino comune e alle nuove generazioni – in un momento di particolare fragilità, mostrando quanto la cultura possa contribuire alla resilienza psicologica anche nelle situazioni più difficili.

La mostra aprirà in Basilica palladiana sabato 26 giugno e potrà essere visitata dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura). Saranno inoltre programmate alcune aperture serali.

La visita è possibile acquistando il biglietto per il monumento: 5 euro intero, 2 euro ridotto (anche per residenti di città e provincia). Dettagli alla scheda Basilica palladiana

 

Note sul curatore

Gianfranco Ferlisi, critico e storico dell’arte. Quarant’anni d’esperienza maturate tra ricerca, studio e molteplici curatele di iniziative espositive. Le sue prime attività nel campo l’hanno visto impegnato sull’arte contemporanea. Nel tempo i suoi interessi lo hanno portato sullo studio del Rinascimento. Oggi si occupa, preferibilmente di Ottocento, Novecento e ancora di contemporaneo. Numerosissime le mostre create sia per la casa del Mantegna, durante gli anni in cui ha lavorato come funzionario presso l’assessorato alla cultura della Provincia di Mantova, sia in altre sedi prestigiose. Come storico dell’arte presso il Palazzo Ducale di Mantova, ha collaborato alla realizzazione di importanti mostre ad iniziative, tra cui si possono citare le recenti installazioni legate al “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto oppure la mostra su “Sabbioneta e Charleville città ideali dei Gonzaga”.