Sensibilità chimica multipla, Anna Maria Bigon (PD): “Mozione in Consiglio regione Veneto, regione solleciti approvazione Ddl statale”

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Sensibilità chimica multipla
Sensibilità chimica multipla

“Le persone affette da sensibilità chimica multipla non possono più aspettare: occorre sollecitare il Parlamento ad approvare quanto prima il Ddl statale e invitiamo la Giunta ad attivarsi nella Conferenza delle Regioni”.

Anna Maria Bigon (Regione Veneto, PD)
Anna Maria Bigon (Regione Veneto, PD)

A chiederlo è una mozione presentata dalla consigliera PD e vicepresidente della commissione Sanità Anna Maria Bigon (qui altri suoi interventi, ndr), sottoscritta dai colleghi Francesca Zottis e Andrea Zanoni. “L’iter sta procedendo a rilento, il disegno di legge risale addirittura al 4 aprile 2019. È comunque un buon testo perché prevede fondi per la ricerca, garantisce l’accesso ai livelli essenziali di assistenza con la gratuità di farmaci, integratori e ausili terapeutici ed ha una parte dedicata alla tutela del diritto al lavoro e allo studio poiché prevede, ad esempio l’uso di detergenti a bassa emissione, arredamenti che non esalino sostanze chimiche volatili; oltre a prevedere una riorganizzazione delle strutture sanitarie di tutte le regioni che dovranno dedicare sedi e personale alla diagnosi e cura di questa patologia. Adesso la legge deve tagliare il traguardo”.

Ma i ritardi, sottolinea ancora la consigliera dem non riguardano soltanto la legislazione nazionale: “Il Veneto è stata una delle prime Regioni a riconoscere la sensibilità chimica multipla come ‘malattia rara’ con legge del 2013, un riconoscimento che però è rimasto sulla carta. Il centro di riferimento, l’Azienda ospedaliera di Padova, è stato individuato dopo ben 1300 giorni anziché 60 come previsto dalla norma; la riorganizzazione delle Ulss e le nuove schede ospedaliere hanno fatto il resto. Siamo ancora fermi alle buone intenzioni nonostante una mozione approvata da 50 consigli comunali per far conoscere questa patologia e chiedere il rispetto della legge. Il via libera dal Parlamento può essere decisivo per sbloccare ‘a cascata’ la situazione: la Regione faccia quindi la propria parte e, insieme alle altre, insista per una rapida approvazione”.