Malo, nuovo nucleo con 16 posti al centro servizi Muzan

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Muzan Malo

Da questa settimana il centro servizi Muzan di Malo ha attivato un nuovo nucleo di 16 posti letto destinato ad accogliere persone con demenza e/o con disturbi del comportamento. Questa nuova unità è stata realizzata nell’edificio Muzan di via Barbè, in un settore appositamente dedicato denominato “DiCo”, concepito per agevolare l’assistenza a queste particolari fragilità. Pensato in stretta collaborazione con l’Ulss 7 Pedemontana, che fornisce supporto nella individuazione degli ospiti nonché nella formazione degli operatori, il nucleo costituisce un’importante risposta ai bisogni assistenziali dei pazienti, nonché un significativo supporto alle loro famiglie che, a causa dei sintomi comportamentali collegati prevalentemente al decadimento cognitivo del proprio caro, si trovano a vivere una pesante situazione di stress e sovraccarico nella gestione quotidiana. “Con l’avvio di questa nuova attività – evidenzia in un comunicato il presidente del Muzan, Elisa Gonzo – il nostro Centro Servizi, forte del proprio bagaglio di competenze e professionalità, dimostra la propria flessibilità e propensione a mettere in campo tutte le risorse per fornire una risposta tempestiva ai bisogni assistenziali della comunità. Una nuova sfida che completa un’offerta di servizi già estremamente variegata e che rappresenta per tutti noi anche un grande arricchimento da un punto di vista umano”.

“Gli ingressi sono stati programmati in modo scaglionato – sottolinea il direttore Annalisa Bergozza – in modo da conoscere meglio e con le dovute attenzioni i pazienti, che al momento sono sei. Arriveremo alla piena potenzialità entro una decina di giorni. Abbiamo anche previsto che in alcuni casi possa essere accolta in una stanza la coppia, ad esempio marito e moglie, in modo che la relazione possa essere mantenuta”
Particolare attenzione, inoltre, è stata posta nel formare il personale medico, infermieristico, assistenziale ed educativo, ad un approccio alla cura e all’assistenza di persone con questo tipo di disturbi, a partire dalla comprensione profonda della malattia e del tipo di disabilità che provoca, per poi cogliere e valorizzare le capacità residue del