Palazzo comunale a San Biagio, Asproso (Coalizione Civica): “va abbattuto per riqualificare area, metterlo a posto per l’Università costa 500 mila euro”

111
Asproso e Coalizione Civica
Asproso e Coalizione Civica

La scorsa settimana è tornata a riunirsi la IV Commissione consiliare per approfondimenti sulla gestione di Palazzo Thiene, con l’audizione dei vertici della Fondazione Studi Universitari di Vicenza, con particolare focus sul nuovo corso triennale di Design Industriale dello IUAV che, secondo i piani di questa Amministrazione, sarà ospitato nel Palazzo comunale di Piazzetta S. Biagio, già sede del Settore Tributi. Il consigliere comunale di opposizione Ciro Asproso (Coalizione Civica) ha presentato un’interpellanza al sindaco Rucco per chiedere di trovare delle alternative e abbattere il palazzo di San Biagio per riqualificare la zona. “Come ho già avuto modo di dire in una precedente interrogazione, sono convinto che si tratti di un grave errore e spiego subito il perché – afferma Asproso – conformare il Palazzo alle esigenze dell’Università, sia pure con interventi di minima, comporterà dei costi molto elevati, presumibilmente non inferiori ai 500 mila euro, basti dire che l’impianto di riscaldamento è completamente da rifare e l’adeguamento sismico è obbligatorio, oltre che necessario. Inoltre, l’edificio è un obbrobrio dal punto di vista estetico, ma andrebbe abbattuto soprattutto per il fatto che inibisce la riqualificazione architettonica della Piazza e del contesto adiacente. Il complesso conventuale di S. Biagio si sviluppa su un’area di oltre 20 mila mq. La chiesa ed il convento, che è dotato di ben due chiostri, furono costruiti a partire dal 1522 dai Frati Minori Osservanti. Con l’occupazione francese il convento venne chiuso e nel 1866, con l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, l’area fu divisa in due proprietà: l’ampio giardino e la parte di orto furono assegnati al Demanio che vi costruì un carcere, mentre la chiesa e la parte conventuale andarono al Comune”.

“La chiesa fu affidata all’ACI che vi costruì un soppalco, ne tamponò la facciata e la utilizzò come garage (tutt’ora operante, anche se in concessione ad un privato). Il campanile fu smontato per ricavarne mattoni e i locali dei frati furono dati in uso a degli artigiani, fino a quando non fu concesso tutto ad AIM. Dopo l’abbandono della struttura da parte dell’Amministrazione carceraria, il Demanio diede il complesso all’Archivio di Stato, il quale nel 2001, presentò un progetto di recupero e diede inizio ad una serie di lavori di demolizione delle sovrastrutture carcerarie. Lavori che portarono alla luce colonnati, soffitti a volta, capitelli, e ben 210 mq di affreschi bisognosi di restauro. Purtroppo, il Comune non ha mai avviato alcun serio programma di recupero urbanistico, eppure, si tratta di un’area assolutamente strategica per lo sviluppo insediativo del centro storico. Ora, è giunto il momento di fare sul serio, tanto più alla luce di una nuova collaborazione tra il Comune di Vicenza e lo IUAV di Venezia. Tutto ciò considerato – conclude Asproso – interpello il Sindaco affinché si avvii un processo di studio e di coinvolgimento della città sul futuro dell’area, coinvolgendo gli investitori privati per la parte residenziale-commerciale, oltre al MIBAC e allo IUAV per il recupero degli edifici storici e la loro rifunzionalizzazione a beneficio dell’Università”.