Palladian Routes, Manuel Gazzola indica le “rotte palladiane per il nuovo sindaco”

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Palladian Routes è il nome della nostra rete d’impresa – ci scrive Manuel Gazzola, Direttore della Rete Itinerari Palladiani – abbiamo ricevuto in questi giorni la notizia del contributo di 185.000 euro e del terzo posto assoluto conquistato nella graduatoria del bando reti d’impresa Por Fesr Veneto 2014/20. Il nostro ente è nato poco più di un anno fa per volontà dei proprietari delle ville palladiane, con lo scopo di valorizzare il patrimonio Unesco e i territori che lo custodiscono; una sfida che da subito abbiamo concepito di lungo periodo, affascinante, ambiziosa, difficile.  
Sapremo convincere chi ci sta attorno ad avere il coraggio di fare squadra, ad allearsi, a spendersi attivamente entro una rete per un vantaggio comune?
Tra gli altri, in questi giorni abbiamo incontrato nella splendida cornice di Villa Valmarana ai Nani sia Otello Della Rosa che Francesco Rucco e le rappresentanze delle rispettive liste. Due incontri piacevoli e stimolanti, in un momento che comunque prefigura per Vicenza un cambio di scenario. Nella speranza possano essere in quache misura interessanti per i lettori vicentini, riportiamo di seguito le parole che sono state in quell’occasione scambiate.
Vogliamo dirlo che per tutti i vicentini Palladio è qualcosa di talmente ovvio da essere scontato? Vogliamo dirlo che parlare della città del Palladio suona vecchio perchè sentito e risentito da quando siamo nati, e anzi da generazioni su generazioni? Una provocazione, ma una provocazione che va dritta ad un problema importante.
Essere in cerca di concetti nuovi è buono, è salutare, per fortuna che succede. C’è un rischio però: che si perda di vista la strategia macro di marketing del nostro territorio. Una buona domanda, un concetto nuovo, non necessariamente devono essere il coniglio dal cilindro. Anzi, se così è, serviranno energie enormi per potergli dare forza. La domanda giusta, il concetto nuovo, spesso vanno costruiti per dare un nuovo senso e una prospettiva innovativa a ciò che c’era fino al giorno prima. Così si progredisce, questo è progresso nel vero senso della parola (?pro-grèssus?, ovvero passo in avanti).
Il primo compito di chi amministra è aprire, incoraggiare, fare fiorire e orchestrare, mettere insieme diverse componenti della società non per controllarle, ma per potere costruire nuove occasioni di miglioramento e sviluppo.
La nostra è una comunità ricca di energie che cercano strumenti nuovi per essere liberate. Energie economiche, energie di idee, energie cariche della nostra storia e del patrimonio straordinario che abbiamo ereditato: è questa la linfa vitale, sono questi i veri motori.
La Rete d’impresa Itinerari Palladiani / Palladian Routes ha già aggregato, tra enti aderenti e collegati da formali accordi esterni, la grandissima parte del patrimonio palladiano Unesco. Non solo, attorno ad essi sta progressivamente raccogliendo le forze imprenditoriali del territorio che credono nella necessità di investire sul nostro brand.
Ecco perchè sia Otello Della Rosa che Francesco Rucco ci hanno salutato con entusiasmo quali prossimi interlocutori, dichiarando entrambi da subito l’assoluta volontà di collaborare in caso di elezione.
La nostra storia, la nostra cultura, il turismo, sono asset su cui entrambe le liste hanno scelto di puntare con forza: da una parte la candidatura a capitale della cultura 2019 e la nuova facoltà di architettura e design, dall’altra le iniziative per fare di Vicenza la città dell’architettura. Siamo scesi con entrambi più in profondità.
Il famoso villaggio globale in cui volenti o nolenti viviamo è un luogo nuovo che ci costringe ad un cambio di prospettiva, un luogo che paradossalmente ci spinge a comprendere e incarnare la nostra identità.
La domanda che si fa più forte è: chi siamo noi, di quali valori siamo chiamati ad essere portatori? Cosa testimoniamo, cosa rappresentiamo, cosa offriamo agli altri miliardi di cittadini nella nostra epoca? E’ una domanda che spesso si traduce in una ricerca rivolta alla propria storia, soprattutto là dove esistono tradizioni più forti, e ancor più nei casi in cui alcuni uomini hanno lasciato un segno importante nella storia dell’umanità.
Nella comunicazione la prima regola è l’economia delle risorse, ovvero la loro concentrazione: quindi massa critica, quindi scelte.  Quale città è allora Vicenza nella scena internazionale? Andrea Palladio resta l’architetto più influente dell’intera storia dell’umanità, l’unico ad avere dato il nome ad un movimento artistico diffusosi poi in tutto il mondo nei due secoli seguenti la sua morte.
Vicenza non può che essere la città di Andrea Palladio. Sembra scontato, eppure non lo è.  Nel senso che non è così chiaro come attorno a questo centro debbano essere investite le nostre politiche di marketing territoriale.
Abbiamo un brand formidabile, un valore non delocalizzabile al quale potere ancorare diversi settori economici, non solo quello del turismo culturale.
Attraverso il Palladio possiamo raccontare un mondo, che è la nostra età dell’oro, quella in cui realmente risplendevamo e a cui possiamo nuovamente ispirarci, e ispirare.
Abbiamo parlato di come fare di Vicenza un centro del turismo culturale dell’entroterra veneto proprio grazie alla caratteristica di maggiore complessità del nostro patrimonio Unesco, ovvero il fatto che sia diffuso in tutta la Regione.
Vicenza, la sua provincia, la regione Veneto, stanno già investendo sul capitolo ciclabili, ma occorre lavorare su piani ulteriori, perchè cclabili non significa automaticamente cicloturismo. E invece ogni investimento pubblico importante dovrebbe generare una ricaduta altrettanto importante in termini di produzione di ricchezza, oltre che di qualità della vita.
Soprattutto, viviamo tutti in Veneto e sappiamo che non tutto il Veneto è ancora quello conosciuto cinquecento anni fa dal Palladio, ovvero quello che al tempo fu il luogo più bello del mondo.
Dalle Dolomiti al mare, grandi fiumi e un reticolo di canali intessevano l’entroterra come una grande Venezia, collegando città capolavoro, borghi murati e le campagne della santa agricoltura organizzate attorno alle ville.
Oggi architettura e natura non si sposano più ovunque nella nostra regione, ed è questo il grande ostacolo alla diffusione del turismo nell’entroterra: manca la continuità dell’esperienza di viaggio.
Esiste però ancora una consecuzione di paesaggi incontaminati che incastonano perle assolutamente uniche, ed è su questo che dobbiamo puntare.
Il Grand Tour del Palladio rimetterà al centro Vicenza collegandola con la sua provincia, Venezia, la marca trevigiana, la riviera del Brenta e i colli euganei.
E’ un grande progetto che investe su un futuro che è già presente, quello del cicloturismo che è già anche cicloturismo elettrico, facendone il volano di una intera nuova economia per Vicenza e i territori che saranno collegati.
Insieme agli altri attori già impegnati su questo fronte da più tempo, la nuova Rete d’impresa porta con sè la forza di mettere insieme e rappresentare il patrimonio Unesco, di offrire nuove progettualità complementari a quelle esistenti e di radicarsi con profondità nel mondo dell’imprenditoria privata.
L’impegno assunto con entrambi i candidati è che il Comune di Vicenza e la Rete Itinerari Palladiani collaborino attivamente alla realizzazione di un grande progetto di lancio della città nella scena internazionale; sia questo il modello di un modo innovativo di gestire la cosa pubblica, un modello che sia in grado anche su altri fronti di offrire ai vicentini prospettive nuove, per restituire alla nostra città utile, perpetuità e bellezza.