Frana Richelere a Recoaro e acqua torbita nell’Agno: Regione, Spumador e Protezione Civile in aiuto del Comune

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Frana Richelere
Frana Richelere

È stata presentata in Municipio a Recoaro Terme nelle scorse settimane la relazione sulla frana che insiste sulla val Richelere, a nord dell’abitato termale e che ormai da mesi sta facendo notare la propria presenza incombente rilasciando nelle acque del torrente Agno una fanghiglia che le intorbidisce. All’incontro, organizzato dall’Assessore con delega alla Protezione Civile, Giovanni Ceola, sono intervenuti gli amministratori comunali, i rappresentanti dell’azienda Spumador spa, della Regione Veneto, del Gruppo AIB Protezione Civile di Recoaro Terme, oltre ai tecnici incaricati della realizzazione e installazione del sistema di monitoraggio. Il torrente Richelere si allunga per circa 2,5 km a monte di Recoaro Terme, originandosi nell’acquifero di Recoaro Mille, lo stesso da cui hanno origine le tante sorgenti usate anche per la captazione e l’imbottigliamento.

La frana che interessa la zona è piuttosto complessa. Con un’estensione di circa 35-40.000 mq viene localizzata a sua volta all’interno di un’area di cosiddetta paleofrana. Nella sua sezione superiore si stimano circa 150-200.000 mc di materiale, mentre nella parte più bassa che poi si trasforma nella colata che tanto sta destando problemi alle acque dell’Agno il fronte si stima in circa 100.000 mc. Tra i materiali coinvolti troviamo anche alcuni strati argillosi derivanti in gran parte da una vecchia miniera abbandonata che vengono dilavati a causa di una fratturazione che il substrato ha subito, attivando il movimento franoso e originando la torbidità dell’acqua che si vede a valle. Allo stato attuale, come evidenziato dalla relazione messa a punto dai tecnici regionali, la frana mette a rischio alcuni elementi particolarmente delicati: da un lato la presa della sorgente “Recoaro 1”, dall’altro una centralina idroelettrica e una vasca di decompressione dell’acqua imbottigliata nello stabilimento di Recoaro Terme. Altri manufatti sotto osservazione per le possibili evoluzioni del movimento franoso sono il ponte di accesso alla vasca di decompressione, parte di c.da Asnicar che affaccia proprio sul torrente Richelere e il ponte in località Menarini, lungo la strada che collega le contrade Stoccheri, Asnicar e Storti.

Gli interventi avviati dalla Regione, pertanto, riguardano una prima ricalibratura dei corpi idrici laterali, con lavori di regimentazione delle acque superficiali. In questo modo si può rallentare il movimento della frana, riducendo al tempo stesso la fluidità delle colate. Sono poi in corso i lavori di rimozione di diversi alberi che sono stati abbattuti nel corso dello smottamento, oltre alla pulizia della briglia che sorge a circa 770 m slm e che nel 2012 era rimasta danneggiata da un’altra frana di pietrame. Infine si dovranno mettere in campo anche alcuni ulteriori lavori di risanamento delle briglie a valle e di pulizia generale dell’alveo dalla vegetazione.

Nella sezione a monte, in corrispondenza delle sorgenti, si rende necessario anche installare un opportuno sistema di monitoraggio. Si deve infatti considerare l’invaso che la frana ha generato a valle e che ha un’ampiezza di circa 1.500 mq. Al momento il laghetto è controllato dai volontari del gruppo AIB Protezione Civile di Recoaro Terme. Grazie alla sinergia tra tre aziende valdagnesi specializzate, la USM srl, la SITEC srl e lo Studio Tecnico Brentan Federico, è stato possibile installare un moderno sistema di monitoraggio che in cinque anni di sviluppo ha visto rilasciare già 3 diversi aggiornamenti. Questo sistema, già in uso sul Ponte degli Alpini a Bassano del Grappa, genera una serie di informazioni certificate e in tempo reale che sono a disposizione degli amministratori per guidare le scelte anche in emergenza.

“Ringrazio tutti gli attori in campo – afferma in un comunicato il sindaco, Armando Cunegato – per l’impegno che stanno mettendo in questa situazione delicatissima. L’Assessore Ceola in questi mesi sta ricostruendo lo stato del nostro territorio per individuare le soluzioni durature che diverse situazioni richiedono.
Vista l’antica origine della frana e l’ampiezza del fronte, gli interventi in essere sono propedeutici a ridurre gli effetti, ma come nelle altre situazioni che riguardano il nostro territorio, località Fantoni e Rotolon in primis, si tratta di fenomeni con cui dobbiamo convivere. Poter contare su un sistema tecnologico affidabile e semplice per il monitoraggio ci permette di conoscere il comportamento istantaneo della frana, guidando anche le scelte che come Amministrazione saremo chiamati a prendere. Allo stato attuale le situazioni di rischio sono sotto controllo e non si presenta la necessità di sgomberare case abitate. Questa prima illustrazione è stata utile anche a chiarire alcuni dubbi che i tecnici hanno saputo spiegare con estrema competenza. Purtroppo il territorio recoarese presenta numerose fragilità dal punto di vista idro-geologico che è fondamentale conoscere per poter programmare interventi rapidi dove possibile e limitare gli effetti o prevenire che il peggiorare di alcune situazioni generi costi di intervento che schizzano alla stelle, come purtroppo già capitato in passato.”