È da sempre che prima del voto alle amminisrative mi esprimo sulle mie, personali, scelte. Penso che non sia obbligatorio ma di certo è un atto di lealtà verso i lettori di VicenzaPiù informarli sulle mie scelte come direttore responsabile. Ogni volta comunico la mia scelta con serenità perchè è preceduta sempre dall’aver concesso a tutti il massimo dello spazio compatibile con le attività comunicative dei candidati ma a prescindere dal loro peso previsto o prevedibile nelle urne.
Nel 2008, alla mia prima esperienza di outing su VicenzaPiù, optai, ignorante di politica locale, per la novità di cui si proclamava alfiere Achille Variati.
Nel 2013, deluso dalle risposte del prescelto alle mie aspettative, decisi di votare per chi non avrebbe vinto ma avrebbe fatto seria opposizione e scelsi Valentina Dovigo
E quest’anno?
Da (centro)sinistra non riesco a dare personalmente fiducia a chi, Otello Dalla Rosa, dopo il suo bluff iniziale alle primarie, mi pare un’emanazione, per giunta diminutiva come spessore, di quel Variati che in 10 anni ha fatto parte, attiva e passiva, del sistema che ha ridotto ai minimi termini la ricchezza e l’orgoglio vicentino.
Ma non ho la forza (il coraggio?) di virare su Francesco Rucco, che pure mi sembra un buon candidato pur se attorniato, anche se un po’ meno del sistema Pd locale – Dalla Rosa, da personaggi non proprio tutti raccomandabili.
Rucco è, in fondo, mi dicevo, un consigliere comunale di lungo corso, a differenza del candidato di centro sinsitra, che a Palazzo Trissino c’è stato un’epoca fa e non ne conosce, quindi, i meccanismi totalmente diversi da quelli di oltre 20 anni fa.
Rucco, ho provato a pensare, è un buon avvocato che non ama esibirsi come invece fa costantemente il “grande manager” Dalla Rosa, che viene dal gruppo Ferretto, vicino a interessi storici della città come quellli degli Amenduni, e ha goduto, comunque, dei rapporti politici con Variati che lo ha issato al vertice di Aim Energy maturando così con lui un indubitabile credito magari da “esigeer” a favore di gruppi che in passato erano alternativi a quello che ruota intorno ai Ferretto,
Ho provato a pensare questo ed altro su Rucco ma mi ha frenato un po’ nel puntare su di lui la sua, per me, non sufficiente o un po’ tardiva decisione, pur se più netta e concreta di quella del manager di sinistra che ora, però, ama anche lui i manganelli, su alcuni dei temi che mi stanno più a cuore: i soci della Banca Popolare di Vicenza e la gestione della Fondazione Roi, il lavoro e la sicurezza, sì, ma sul lavoro…
Ma, devo essere sincero visto che su altri temi, come la ex Fiera di Vicenza, la futura Aim e la disistima di certa stampa, la pensiamo in maniera molto simile.
Devo essere sincero e allora vi dico che non sono disponibile (pronto?) a votare Francesco Rucco per il residuo amore che provo per le mie idee da sinistra liberale, sia pure messe a dura prova pratica dal muro che mi è stato eretto intorno quando ho provato a portare il mio contributo, ovviamente non piatto, dall’interno…
Se non posso votare il sistema Variati – Dalla Rosa, se non me la sento di fare il salto ideale e votare Rucco, se apprezzo lo sforzo contestativo di Franca Equizi, se sto studiano quello progettuale di Andrea Maroso e se non posso non provare simpatia per l’impegno del vigile del fuoco Leonardo Bano, la mia scelta di “continuità” è di sperare che il mio voto per Filippo Albertin di Potere al Popolo aiuti questa formazione a riprendere il lavoro di Valentina Dovigo, a ereditarne un po’ di concretezza a scapito delle eccessive elucubrazioni attuali e, soprattutto, ad avere un consigliere in sala Bernarda a cui affidare il compito di guardiano del potere assolto nell’ultimo consiglio dai due consiglieri pentastellati.
E per i consiglieri io eserciterò la possibilità del voto disgiunto.
Qui non vi dico chi voterò ma non perchè io non abbia già deciso ma per invitarvi a scegliere il vostro “consigliere” tra le persone a voi note e, in qualche senso, da voi richiamabili al rispetto della delega che affiderete loro nell’urna.
Un buon consigliere comunale, oltre ad essere capace di impegnarsi a conoscere i vari temi, deve darvi garanzie di essere in grado di decidere non solo pigiando i pulsanti indicati dal loro gruppo, di maggioranza o di minoranza che sia, ma anche scegliendo i pulsanti giusti, che spesso non sono ideologici ma pratici, nell’interesse dei cittadini.
Ebbene io nel centro sinistra conosco personalmente meglio di altri Ennio Tosetto, Lucio Zaltron e Giovanni Rolando, nel centro destra (o a destra) Patrizia Barbieri, Marco Bortolan, Lucio Zoppello e Claudio Cicero, al… centro Luciano Parolin.
Altri buoni candidati ci sono (nel Pd molti da non confermare, nda), sceglieteli voi nell’ambito delle vostre conoscenze dirette o indirette, votateli ma poi seguiteli anche nei lavori consilari.
Perchè se delegare è alla base della democrazia, controllare è obbligo civile di tutti i cittadini.
Buon voto.