Inviando la nota, che pubblchiamo di seguito, a firma di Maurizio Acerbo, segretario nazionale, e Antonello Patta, responsabile Lavoro del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Roberto Fogagnoli,segretario provinciale PRC provincia di Vicenza, l’accompagna con questa premessa: “Le parole raccontano una realtà opposta ai fatti: Draghi, come i suoi predecessori, dice che tutti dobbiamo lavorare e rimetterci un po’ per uscire dalla crisi (queste sono le parole). I fatti sono ben altri e vedono solo i lavoratori, le famiglie, i pensionati pagare duramenteI licenziamenti ora sono possibili e già nel vicentino succede, gli sfratti ora sono possibili, ci sono meno tutele per chi lavora, le bollette sono sempre più care. Chi paga la crisi? I ricchi? Ci pare proprio di no”.
Il parlamento, scrivono quindi nella nota nazionale Maurizio Acerbo, segretario nazionale, e Antonello Patta, responsabile Lavoro del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, ha approvato la norma, voluta con forza da Lega e Pd, che elimina del tutto, per i contratti a termine, le causali, definite dal “decreto dignità”, che giustifichino la temporaneità reale delle esigenze dell’impresa, in assenza delle quali lo stesso decreto aveva previsto l’obbligo della conversione del contratto a termine in contratto a tempo determinato.
Già il governo Draghi, aderendo alle pressanti richieste di Confindustria, aveva approfittato dell’emergenza per consentire alle aziende, che già godevano della possibilità di assumere lavoratori a termine per un anno senza giustificazione alcuna, il rinnovo per una volta per 12 mesi senza causali.
Ora, con la modifica approvata dal parlamento, la regolazione delle proroghe e dei rinnovi è lasciata totalmente nella disponibilità della contrattazione collettiva anche aziendale.
Viene così smantellato il decreto bandiera del M5stelle, un argine già insufficiente rispetto alla precarizzazione introdotta dalla legge 30 e dal jobs act che si manifesta soprattutto con la prevalenza di contratti di lavoro inferiori a 6 mesi.
E’ comunque un’ulteriore via libera alle assunzioni precarie che saranno facilitate in parte dalla debolezza delle rappresentanze sindacali aziendali, ma soprattutto dalla complicità dei sindacati gialli firmatari delle centinaia di contratti pirata, ma legali, che in questi hanno ridotto salari e tutele a livelli vergognosi.
Pd e Lega fanno a gara nell’esprimere la propria soddisfazione per il risultato raggiunto, Confindustria ringrazia, ma ad uscirne confermata è l’ispirazione neoliberista complessiva di questo governo che anche nel PNRR prefigura una ristrutturazione del sistema economico aumentando la precarietà e la flessibilità.