Scappati i buoi da BPVi stipulato nuovo accordo tra Consob e Bankitalia per scambio di informazioni: uno strano tempismo

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È stato appena stipulato nuovo accordo tra Consob e Bankitalia per lo scambio di informazioni. Parlare di uno strano tempismo è il minimo sindacale, vista la concomitanza dell’accordo in argomento con l’insediamento del nuovo Esecutivo nazionale della Consob. Persino una commissione bicamerale di inchiesta, “di immagine” (visti i tempi strettissimi in cui ha potuto operare, edulcorata peraltro nelle indagini e nelle risultanze da un Presidente che proprio neutrale è risultato non essere), ha riconosciuto le debolezze delle Authority di vigilanza e soprattutto le carenze sinergiche e di dialogo tra le stesse.

A giustificazione delle risultanze obtorto collo rilevate, i vari auditi dai commissari parlamentari hanno dapprima giocato allo scaricabarile tra autorità, salvo poi riconoscere l’esistenza quantomeno di “protocolli perfettibili” tra le stesse (copyright Carmelo Barbagallo).

Beh. leggendo il comunicato stampa e le poche pagine dell’accordo sottoscritto il 6 giugno 2018 (clicca qui), non vi è chi non veda che sin dal 2007-2008-2009 non solo vi erano protocolli contemplanti il dialogo da porre in essere tra Authority, ma addirittura era sancita l’esistenza dei Comitati Strategico e Tecnico che, se non erro, nessuno ha citato nelle varie audizioni in Commissione di inchiesta…

Sarebbe quanto meno utile conoscere le composizioni di siffatti Comitati, e valutare cosa davvero non ha funzionato nei meccanismi di scambio di informazioni tra le 2 Authority.

Non è infatti tollerabile che un disastro epocale come quello causato dai vari crac bancari degli ultimi anni (che hanno bruciato decine di miliardi di risparmio privato, peraltro garantito dalla Costituzione), reso possibile o quantomeno non impedito anche da una “vigilanza inefficace” (questa in sostanza la sentenza della relazione della maggioranza della commissione banche), venga “archiviato” senza che emergano con tutta evidenza le varie responsabilità, sicuramente in primis a livello di manager bancari infedeli e/o scorretti, ma anche e soprattutto a livello di controlli centrali indubbiamente non presidianti, vuoi perchè distratti, sonnolenti o magari conniventi.

Troppo facile oggi annunciare con squilli di trombe un accordo tra Authority volto al “miglior perseguimento delle finalità di salvaguardia i) delle fiducia nel sistema finanziario, ii) tutela degli investitori, iii) contenimento del rischio sistemico e buon funzionamento del sistema finanziario, iv) competitività del sistema finanziario” ecc.

Questi must dovevano già essere vigenti e con pieno effetto da decenni !

Spesso si è data la colpa anche ai provvedimenti voluti dall’Europa; ma a ben vedere, dai richiami nelle premesse dell’accordo in argomento, gli stessi risalgono al 2013 e 2014. Come mai allora si arriva a questo accordo quadro solo adesso, a giugno del 2018? Beh, ritorniamo allo strano tempismo…
I risparmiatori traditi, le vittime di questo sistema funzionante a corrente alternata, gli italiani esigono delle risposte certe e concrete.
E’ finito il tempo delle dichiarazioni di circostanza, del “tutto va bene madama la marchesa” …

Risposte, servono risposte!

Silvano Trucco
(ex D.G. Bene Banca