Dieci anni dalla strage di giovani socialisti a Utoya, PSI Vicenza: “non minimizzare rigurgiti fascisti e xenofobia”

177
Utoya
Utoya
Sono passati ormai dieci anni da quel 22 Luglio di angoscia e terrore. Settantasette vite, con l’aprile della gioventù sul viso, barbaramente spezzate dalla follia omicida di un terrorista d’estrema destra. Settantasette vite spezzate dalla violenza che supera la ragione e che sta in ogni estremismo. Quel 22 luglio, infatti, il mostro Breivik, con assoluta scelleratezza, senza poi mostrare alcun segno di pentimento, decise di colpire i giovani socialisti norvegesi, e si lasciò alle spalle decine di vittime innocenti. “Oggi – affermano in una nota Giuseppe Maria Toscano del Circolo FGS “Forward” e Luca Fantò, segretario provinciale del PSI di Vicenza – il nostro primo dovere è ricordare le vittime, rendere noto quanto accaduto ai più giovani e ai posteri, stringerci nella memoria. Ma il nostro compito non può e non deve limitarsi a questo. Diverse cellule estremiste paiono rialzare la testa negli ultimi anni, tuttavia il problema viene continuamente minimizzato. I rigurgiti fascisti vengono minimizzati, le strumentalizzazioni xenofobe vengono tollerate. La lotta alla violenza, all’estremismo, lotta di civiltà e di giustizia, deve passare in primis da ognuno di noi. Così come le speranze e i sogni di chi ha perso la vita in quella data tragica: dobbiamo cogliere il testimone da loro lasciatoci, lottando con decisione, con coraggio, contro ogni rigurgito fascista e nazista. È questo – conclude la nota – il miglior modo per ricordare”.