Nave Aquarius, Cgil, Cisl e Uil di Vicenza: “tre riflessioni sul tema immigrati”

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La vicenda della nave Aquarius –  è scritto in un comunicato unitario diffuso dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil di Vicenza con i rispettivi segretari Fabiola Carletto (Cgil), Riccardo Camporese (Cisl) e Grazia Chisin (Uil) – ma non solo, più in generale la vicenda legata al destino di uomini, donne, bambini, che fuggono dalla loro terra, apre una serie di riflessioni che non sono scontate, sia nella forma che nella sostanza.
La prima attiene al significato della parola ?umanità?, intesa non solo come insieme degli uomini e delle donne che popolano il pianeta, ma nella sua accezione più intima, e cioè nella espressione di una qualità morale che rende l?uomo degno di essere chiamato tale. Se questa viene assunta come confine invalicabile del nostro agire, non possiamo pensare che il modo per risolvere un dilemma politico e culturale come quello dei flussi migratori, possa essere affrontato senza avere come linea guida questo faro, l?umanità! 

L?inefficacia della risposta Europea ai fenomeni migratori è sotto i nostri occhi in modo drammatico, la creazione di un confine extraeuropeo, spostato in Libia, Marocco, oppure più a sud nei paesi sub-sahariani non cambia i termini del problema che è e resta quello di un fenomeno che nulla potrà fermare se non la realizzazione di un percorso vero di crescita e di ben-essere delle popolazioni dell?Africa. 

La seconda riflessione attiene a come stiamo gestendo il tema dell?accoglienza, gli esempi virtuosi non mancano, ma abbiamo purtroppo anche esempi, come il famoso centro di accoglienza di Cona, che sono esattamente il contrario di quanto andrebbe realizzato in tema di accoglienza. Alle persone che arrivano nel nostro paese deve essere garantito e proposto un percorso, che possa essere utile alla loro crescita, ma utile anche alla comunità che li ospita. 

La terza ed ultima riflessione attiene alla azione politica, ed ai linguaggi usati.
Una azione politica mirata a fare prendere in carico con maggiore senso di responsabilità e solidarietà, da parte della comunità europea, il problema del flusso di migranti che arrivano sulle coste italiane, è assolutamente legittima e doverosa. Essa però non può mai trascendere sia nelle parole che nelle azioni, di chi ricopre incarichi istituzionali, in modo tale da mettere in pericolo prima di tutto gli esseri umani ed in secondo luogo le convenzioni internazionali. Convenzioni che sono alla base della nostra convivenza pacifica e democratica, convenzioni che il nostro continente, il mondo, si è dato per evitare la barbarie conosciuta nei secoli scorsi.
Riteniamo indispensabile che agire sul fronte della legalità, sulla condivisione ed in una ottica di solidarietà possa essere obiettivo al quale, una politica nazionale ed europea, degna della nostra cultura, debba ambire con molta chiarezza e poca tattica.