Una filiera etica per il rilancio della moda in Veneto, Secco (Federazione Moda): “controlli continui sul nero per concorrenza leale e mercato etico”

Dopo i fatti di Grafica Veneta ed i continui casi di laboratori clandestini individuati dalla Gdf (ultimo nel vicentino che ha aperto e chiuso 17 volte!) il presidente Secco della Federazione Moda propone un patto di filiera tra imprese in regione Veneto. Va colta infatti l'occasione unica data dal post pandemia che ha messo in luce i difetti delle filiere lunghe e dato nuovo slancio alla super fornitura.a chilometro zero

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Giuliano Secco, Presidente della Federazione Moda di Confartigianato Imprese Veneto
Giuliano Secco, Presidente della Federazione Moda di Confartigianato Imprese Veneto

I brand del lusso della moda, internazionali e nazionali, stanno archiviando più velocemente del previsto la pandemia registrando un 1° semestre 2021 in forte crescita e superiore ai primi 6 mesi del 2019 sia in termini di vendite che di fatturati. Ad accogliere con soddisfazione la notizia è Giuliano Secco Presidente della Federazione Moda di Confartigianato Imprese Veneto che conferma anche lato subfornitori (anzi la filiera di super-fornitori artigiani veneti) un buon livello di ordini. “Le 5mila imprese artigiane venete del comparto, ed i loro 23mila addetti, sono da tempo la “fabbrica del lusso” del mondo -afferma-. Non a caso gira nell’ambiente la battuta che, dietro le quinte delle grandi sfilate mondiali, si parli veneto. Ma non possiamo sederci sugli allori e far finta che non sia successo nulla nell’ultimo anno e mezzo. Anzi, il Sistema Moda Veneto -ed italiano- deve approfittare per affrontare e sciogliere i nodi che sono giunti al pettine a causa della pandemia: complessità nel far viaggiare le merci (seta e tessuti dall’’oriente scarseggiano), carenza di materie prime, semilavorati ed accessori (bottoni, cerniere etc sono introvabili), crescita della digitalizzazione e della attenzione alla sostenibilità. E c’è un modo solo –precisa-. Aprire un focus sulle problematiche di gestione del personale rispetto allo sfruttamento del lavoro. E una prima buona notizia arriva dalla sigla del CCNL Industria che ha recepito a livello nazionale il Protocollo sulla legalità di Prato”.

“Le regole ci sono, il punto è che servirebbero più controlli altrimenti ne risente anche il mercato, drogato da prezzi al ribasso”. Secco racconta la scelta di migliaia di laboratori artigiani che contro delocalizzazione e deregolamentazione, da anni realizzano capi davvero sostenibili anche per chi li produce. La mia azienda, come migliaia di altri laboratori, non solo applica i contratti di lavoro nazionale ed integrativo regionale, rispetta le norme sulla sicurezza e quelle sull’ambiente -condizioni che ritengo di base- ma ha un valore sociale importante. Offriamo lavoro a decine di donne, a pochi km da casa loro -con un impatto minimo anche di emissione di Co2 per gli spostamenti-, in un rapporto di collaborazione e crescita costante. Ritengo che, quando si parla di abbigliamento “sostenibile”, esso debba essere anche “etico”. E mi riferisco a produzioni che rispettano scrupolosamente tutte le leggi e in particolare quelle sulla tutela delle persone”.

Non è che manchino le norme. I controlli –aggiunge– vengono effettuati quando emerge un problema e diventano cronaca, ma dovrebbero essere più frequenti ed incisivi (da anni chiediamo un rafforzamento delle pene con la distruzione delle merci sequestrate e rilievi penali e non solo amministrativi) anche perché sono fondamentali a garantire una concorrenza leale”.

Il Sistema Moda del Veneto è consapevole che ad essere a rischio è la tenuta dell’intera filiera che è una bandiera del Made in Italy in tutto il mondo. Una filiera che è strettamente connessa: i grandi brand dipendono dalla loro supply chain tanto quanto quest’ultima dipende dalle loro commesse. Il Presidente Secco conclude con un appello: “organizzazioni datoriali industriali e artigiane si impegnano a siglare e promuovere protocolli di filiera che garantiscano una produzione sostenibile a 360 gradi, nel pieno rispetto della legge, dei diritti dei lavoratori, dei consumatori e dell’ambiente. Serve codificare  comportamenti etici e codici di autodisciplina che, insieme a un buon sistema normativo attivo, trasformino il concetto di libero mercato in mercato libero. Sono certo che la Regione Veneto sarà disponibile a patrocinare e supportare iniziative di questo tipo come sono certo che si renderà promotrice di bandi a “misura di piccola impresa” per finanziare gli investimenti che saremo chiamati ad affronatre per intercettare le opportunità dei processsi di digitalizzazione e di sostenibilità ambientale richiamatio nel Pnrr”.