41 anni fa a Bologna, alle 10.25 si è consumata, nella stazione da cui si partiva per le vacanze, la più atroce strage fascista mai commessa in Italia dopo la fine della Seconda guerra mondiale. In questi giorni sono alla sbarra non gli esecutori ma i mandanti di quell’orrenda vicenda. Molti come i nomi più noti della P2 e dei movimenti neofascisti, secondo Maurizio Acerbo, Segretario nazionale Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, non risponderanno del ruolo svolto in quegli anni in quanto ormai morti. “Ma quello che va chiesto non sono unicamente i nomi e cognomi dei criminali che hanno finanziato il vigliacco attentato terrorista ma le complicità con settori importanti delle Istituzioni” afferma Acerbo in una nota. Va fatto emergere quel mondo ambiguo che ha portato a depistaggi, a far sparire documenti, a garantire impunità. Vanno resi verità giudiziaria e storica i legami fra criminalità organizzata, neofascismo, pidduisti e apparati istituzionali. E vanno chiarite le motivazioni che hanno portato a lasciar commettere tale crimine, quel “cui prodest” ancora indefinito. Come Rifondazione comunista siamo convinti che, in maniera meno attiva forse, le stesse spinte eversive continuino ad essere presenti nello Stato e nei suoi apparati più funzionali al lavoro di intelligence. Lo stragismo nero tutt’ora gode della protezione di un segreto di Stato mai rimosso da nessun governo. Che si aprano gli archivi e che si abbia finalmente il coraggio di far conoscere, non solo ai parenti delle vittime ma al Paese intero la storia oscura di questo Paese”.