Caporalato Grafica Veneta, lo scrittore noir padovano Carlotto: “Editori, scrittori, librai e lettori si schierino con lavoratori”

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Anche il noto scrittore noir padovano Massimo Carlotto interviene sull’inchiesta che ha scoperchiato un gravissimo caso di caporalato nell’azienda di Trebaseleghe Grafica Veneta, il cui titolare Franceschi si è sempre dichiarato estraneo. Carlotto in un lungo post sulla sua pagina Facebook lancia un appello agli editori, agli scrittori, ai librai e… ai lettori.

“Nel maggio del 2020, 11 lavoratori pachistani, impiegati nel colosso del campo editoriale con sede a Trebaseleghe (PD), vennero sequestrati, picchiati, spogliati di ogni bene e abbandonati nei paesi vicini legati e imbavagliati. Il ritrovamento di una delle vittime fece scattare le indagini che hanno portato nei giorni scorsi all’arresto di diverse persone, tra cui 2 manager dell’azienda. La verità emersa racconta una feroce storia di schiavitù: 12 ore al giorno di lavoro, pausa pranzo di 15 minuti, paga di 4 euro e 50 centesimi all’ora. I lavoratori erano costretti a vivere ammassati in due case fatiscenti, in cui di fatto erano prigionieri, e pagare 200 euro d’affitto. Chi si ribellava veniva rapito, seviziato e derubato dagli aguzzini della cooperativa BM Service di Lavis (TN) che forniva questo tipo di manodopera a Grafica Veneta. Il procuratore di Padova Antonino Cappelleri ha dichiarato: “Qui non c’è soltanto la vicenda del caporalato, che viene posta in essere in maniera molto cinica da datori di lavoro pachistani che offrono manodopera e determinati servizi ad aziende italiane, ma anche la compartecipazione di quest’ultime a livello organizzativo, in quanto acquistano il servizio con consapevolezza e soprattutto palese corresponsabilità”. Grafica Veneta non versa in difficoltà economiche. Il 2020 infatti si è chiuso per l’azienda con ricavi saliti da 61 milioni del 2019 a oltre 137. Ora sostiene di essere all’oscuro di quanto accadeva, ma mantiene un comportamento inaccettabile nei confronti dei lavoratori coinvolti, offrendo contratti di 4 mesi. Un ricatto vero e proprio che obbliga le vittime a non denunciare altrimenti il contratto non viene rinnovato, negando così la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno. In questi giorni alcuni esponenti del mondo della cultura e dell’editoria hanno espresso sdegno per quanto rivelato dall’inchiesta. Ma non basta. Editori, scrittori, librai e … lettori devono schierarsi a a fianco di questi lavoratori e sostenere le loro rivendicazioni: contratto a tempo indeterminato per tutti, pagamento in surroga degli stipendi arretrati – conclude Carlotto – tutele per i documenti e per la casa”.