Un altro primato italiano, PRC – Sinistra Europea: 7 milioni di persone non possono permettersi nemmeno una settimana di vacanze

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Niente vacanze
Niente vacanze

Molti cittadini europei non possono fare nemmeno una settimana di vacanze. Anche così si manifesta in Europa la crescita delle disuguaglianze prodotta dalle politiche neoliberiste che hanno tagliato salari, pensioni e protezioni sociali.
E’ quanto emerge da un report della CES basato sull’elaborazione di dati Eurostat sui cittadini e lavoratori europei a rischio povertà. Ben 35 milioni di europei, il 59,5% di quelli il cui reddito è sotto la soglia del rischio povertà, non possono permettersi nemmeno una settimana di vacanze all’anno fuori casa.
L’Italia occupa il primo posto di questa triste graduatoria con ben 7 milioni di persone seguita dalla Spagna con 4,7 milioni, la Germania con 4,3, la Francia con 3,6.
Non siamo sorpresi da questi dati avendo denunciato da tempo gli effetti delle feroci politiche neoliberiste degli ultimi decenni in termini di disoccupazione, precarietà, bassi salari, aumento delle povertà; i salari da fame in particolare sono responsabili del fatto che una percentuale enorme della popolazione italiana, ben il 27%, è a rischio povertà.
Non siamo nemmeno sorpresi del fatto che mentre si enfatizzano, come strumenti di distrazione di massa, i risultati dei nostri atleti alle olimpiadi, questo triste primato venga fatto passare completamente sotto silenzio dal governo e dai media suoi amici. La Ces presenterà questi dati alla Commissione europea per chiedere che la Direttiva sui salari minimi in preparazione contenga l’indicazione che essi non siano inferiori al 50 per cento della media, in modo da togliere ben 24 milioni di lavoratori dal rischio povertà.
Sappiamo che spesso le Direttive Ue lasciano il tempo che trovano, e che essendo i salari italiani tra i più bassi d’Europa una retribuzione media sarebbe comunque insufficiente, ma va colta l’occasione per aprire una grande discussione nel paese. Siamo impegnati per un  autunno di mobilitazioni in cui,  oltre alle lotte contro i licenziamenti, la precarietà, l’occupazione e la riduzione d’orario si rimetta al centro la richiesta di un salario minimo orario di 10 euro netti.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista  – Sinistra Europea