Lunedì 11 giugno Banca d’Italia sul suo sito rende noto, tra gli altri, un provvedimento sanzionatorio della Vigilanza sul sistema bancario e finanziario di ? 85.000,00 a carico di Veneto Banca Spa, ora in liquidazione coatta amministrativa, datato… 28 luglio 2017. Ora non siamo esperti in tempistiche dei procedimenti dell’ex istituto centrale ma, se i fatti non fossero tragici per i risparmiatori soci e per i debitori insolventi ma con possibilità di tornare in bonis se non fossero ora nelle grinfie della SGA, ci sarebbe da ridere sull’efficienza e sulla tempestività degli organi di controllo.
Se l’esempio è quello dall’ex popolare montebellunese ma lo stesso avviene per Banca Popolare di Vicenza si sanzionano ancora oggi (ma prima Carmelo Barbagallo e Ignazio Visco dove erano?) le irregolarità di gestione delle due banche, perciò ora in liquidazione, ma, per giunta, le sanzioni andranno pagate dalle due liquidazioni con altri soldi che non andranno ai soci azzerati anche in base alle deficienze e ai ritardi, appunto, del sistema di controllo ma allo Stato a cui dalle cessioni delle attività e degli Npl delle due banche devono già arrivare i miliardi “girati” a Intesa Sanpaolo: come a dire ai soci “becchi e bastonati”.
Finisce qui la saga delle “imprese” dei confermatissimi uomini di Visco, governatore incluso?
E no, mica è così facile.
Il 15 giugno, 4 giorni dopo la comunicazione sul sito delle sanzioni di cui sopra datate 28 luglio 2017, davamo conto di una lodevole iniziativa sempre di Bankitalia che pubblicava sempre sul suo sito un lavoro di Antonietta di Salvatore, Francesco Franceschi, Andrea Neri e Francesca Zanichelli che “analizza il livello di competenze finanziarie degli adulti in Italia e lo mette a confronto con quello degli altri paesi G20…” visto che “le competenze finanziarie degli adulti in Italia sono molto basse nel confronto internazionale, soprattutto per ciò che attiene alla conoscenza dei concetti finanziari di base e alla adozione di comportamenti adeguati nella gestione delle risorse. Il livello modesto di cultura finanziaria non è spiegabile solo dal minore grado di istruzione o da altre caratteristiche socio demografiche che penalizzano l’Italia rispetto agli altri paesi. Gli italiani sono tuttavia consci dei propri limiti o comunque sono più prudenti nel valutare le proprie conoscenze finanziarie”.
E più informati e prudenti gli italiani lo sono ancora di più da quando hanno provato a leggere il lavoro sull’educazione finanziaria degli abitanti dello Stivale annunciato col titolo incoraggiante “I livelli di alfabetizzazione finanziaria della popolazione adulta italiana: l’esperienza della Banca d’Italia” e scritto in chiaro e rigoroso… inglese.
Potremmo farne altri di esempi semplicemente navigando sul sito di Palazzo Koch ma ora siamo in Usa e le 23 sono appena passate per cui chiudiamo con questa chicca del 21 giugno.
Un comunicato stampa di Bankitalia sulla REV SPA (la società creata per gestire le quattro bad bank nate dalle 4 banche finite in risoluzione a novembre 2015, l’inizio dei botti) ha per oggetto “REV – Gestione Crediti S.p.A. Approvazione della strategia e del profilo di rischio, ai sensi dell’art. 45, comma 2, lett. a), del D. Lgs. 180/2015″.
Il testo esplicativo del comunicato? Eccolo:
“La Banca d’Italia, con provvedimento del 12 giugno 2018, ha approvato ai sensi dell’art. 45, comma 2, lett. a), del D.Lgs. n. 180/2015, la strategia e il profilo di rischio della REV – Gestione Crediti S.p.A”.
Quale sia la strategia ed il profilo di rischio di Rev SPA, così come approvato da Bankitalia, non è dato saperlo se non ci si mette a riempire con la propria fantasia la pagina bianca sotto le due righe precedenti.
Così bianca da far pensare che sia più che arrivato, se non già superato, il tempo di “sbiancare” completamente l’Istituzione bancaria nazionale che non stampa più moneta e, talvolta, utile inflazione ma solo “stranezze” inflazionate e, sempre più, pestifere.