Divario tra nord e sud da colmare, Draghi lo ha promesso: manca poco oltre al costo più basso dei funerali sotto il Tevere

216
Pompe funebri low cost al sud
Pompe funebri low cost al sud

Una volta al sud c’erano mafia, camorra e Sacra Corona unita a far associare ai “meridionali” tout court la qualifica di delinquenti senza escludere chi, la maggior parte, anche in mezzo alla malavita prova (anche se è più duro) a vivere onestamente.

Ora molte delle teste pensanti, magari vestendo al nord in giacca e cravatta, hanno lasciato ai progenitori del sud la parte finale e più maleodorante degli atti delittuosi (spaccio al dettaglio e racket verso i piccoli commercianti, ad esempio) e gli show delle sparatorie, o ammazzatine che dir si voglia, che aiutano i colleghi dei Tg e dei giornali nazionali a farci servizi e titoli di apertura di gran richiamo.

Loro, invece, i figli e i nipoti, spesso con tanto di laurea alla Bocconi o in università di prestigio straniere, gestiscono, dal nord e con recapiti alle Bahamas o alle Cayman, la parte finanziaria dei traffici “sudici” e gli investimenti con i profitti di quei traffici, a cui si aggiungono quelli geolocalizzati direttamente sopra il Po e, spesso, trasformati in speculazioni immobiliari e mobiliari.

Loro, figli, nipoti e a breve i pronipoti dei malavitosi dl sud, “giocano” a fare i banchieri e/o i finanzieri di lignaggio e promuovono fondazioni culturali e di beneficenza guadagnando alla grande, anche e soprattutto nei paradisi fiscali, e, cavandosela, quando proprio gli dice male, con speculazioni (tipo i finanziamenti non restituiti) intorno alle banche fallite o che stanno per fallire (è un caso che gli ultimi botti esplosi o quelli annunciati siano praticamente tutti relativi a Istituti bancari da più su del Tevere fino a sotto le Alpi?).

Ma prima al sud prosperavano anche il caporalato con gli immigrati, il lavoro precario per i salariati e, non allunghiamo troppo l’elenco, le terre dei fuochi per smaltire low cost i rifiuti tossici.

Ora nel nord scopriamo i grandi caporali (generali del business con gli extracomunitari che certi politici dicono di non volere ma che certi loro finanziatori amano alla follia per fare i soldi sulla loro pelle), emerge un precariato sempre più diffuso (spesso anticamera di tante morti e infortuni sul e di lavoro) e, “amarum in fundo“, tracciamo non solo i Tir che trasportano “da su a giù” i materiali tossici da bruciare ma anche capannoni trasformati dal Po in su in depositi di quei rifiuti (per, magari, risparmiare sul trasporto) e autostrade oltre che superstrade sotto il cui asfalto c’è di tutto e di più.

Ecco perché, forse, Draghi e il suo governo avranno successo per almeno una delle loro promesse: ridurre il divario tra nord e sud, che oggi, per i punti sopra appena accennati, quasi e senza quasi non c’è più se non per l’aspetto che al nord ci sono ancora più soldi (sporchi e neri come giorni fa hanno cominciato a denunciare anche alcune categorie di imprenditori).

Ma su un punto super Mario dovrà lavorare, e molto, se vuol raggiungere il suo obiettivo, che, poi, tanto lo vuole la, sua, Europa: al sud, dal Tevere in giù, le pompe funebri guadagnano di meno.

Se in Veneto e in Brianza, ad esempio, per un funerale low cost si cominciano a vedere cartelloni pubblicitari con tariffe di “ingresso” da 1.800/1.900 euro tutto compreso (a parte il morto), dallo Stato Pontificio in giù si parte da 1.200 euro per giunta spesso pagabili a rate senza interessi.

Per fotografare una di queste, frequenti, offerte non siamo andato molti chilometri sotto il Vaticano (anche se a Roma sul web ci sono offerte da 850 euro ma, si sa, sotto il web a volte c’è il trucco…): magari più giù si potrebbe avere un post mortem ancora più sereno e meno oneroso per… i familiari.

Ecco perché, forse, al sud è più facile trovare gente col sorriso sulle labbra: a loro costa sempre poco morire.