Miteni e Pfas, intervista esclusiva all’Ad Antonio Nardone sull’indagine di Global Market Insights: sono centinaia di aziende dell’alto Vicentino a far esplodere il problema

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L’amministratore delegato di Miteni S.p.a., Antonio Nardone, ha concesso a VicenzaPiù un’intervista esclusiva sui risultati di uno studio condotto da Global Market Insights subito dopo averlo reso noto oggi, lunedì 25 giugno. Lo studio in questione documenta l’uso da parte delle concerie venete di oltre 100 tonnellate di Pfas annui, mentre Miteni ne produce solo circa 80 kg all’anno; un valore di gran lunga inferiore ai 600 kg emessi in precedenza, prima degli ultimi filtri. La ricerca sembra quindi attestare una molto più consistente “partecipazione”, da parte di centinaia di diverse realtà venete, segnatamente concerie e simili dell’Alto Vicentino, all’inquinamento dovuto ai Pfas.

 

La questione è ancora molto delicata, perché se anche la Miteni sembra non apparire più come la maggiore responsabile dell’inquinamento delle acque di gran parte del Veneto, resta certo che, da questo inquinamento, le moltissime persone coinvolte non sono ancora al sicuro.

Bisogna precisare che lo studio effettuato da Global Market Insights è stato commissionato proprio da Miteni, ma, se risulta dunque lecito nutrire alcuni dubbi sull’attendibilità di certi risultati, Nardone ci ha detto: “Questi dati sono il frutto di una ricerca articolata, basata su fonti nazionali ed internazionali. Sono state fatte inoltre verifiche incrociate che eliminano sia le soggettività che gli errori“.

L’ad di Miteni ha voluto, poi, sottolineare, in relazione ai grossi quantitativi di Pfas rilasciati nell’ambiente dalle concerie e rilevati dallo studio, che “risulta che non venga nemmeno controllata la presenza di questi prodotti negli scarichi degli utilizzatori, e non esistono metodi analitici certificati in grado di effettuare questo tipo di controllo”.
Ma, giunti a questo punto, com’è possibile che nessuno si sia mai accorto di questi enormi quantitativi di sostanze rilasciate nell’ambiente? “Noi lo diciamo da anni, ma nessuno ha mai cercato quelle sostanze che diventano Pfas dopo esser state immesse nell’ambiente. Ora abbiamo la dimostrazione che le quantità in gioco sono elevate e la spiegazione del perché ci troviamo di fronte ad una contaminazione così vasta“.
Senza dubbio però non si può arrivare a pensare che, nonostante certi dati, Miteni sia esente da ogni responsabilità. Quanto dunque, secondo Nardone, ha partecipato (o partecipa) Miteni all’inquinamento? “I dati certificati nel 2017” ha ricordato “certificano che gli scarichi Miteni partecipano per l’1% al contributo totale dei Pfas negli scarichi” e ha poi aggiunto: “questa recente ricerca rivela che nel passato quantità inquinanti provenienti dagli altri utilizzatori di Pfas sono state di decine o centinaia di volte più grandi di quelle degli scarichi Miteni“.
L’amministratore delegato Nardone ha infine concluso esprimendo la speranza di veder definito una volta per tutte un quadro completo della situazione: “Mi auguro che si affronti il problema con pragmatismo e collaborazione. Noi ci siamo e siamo pronti a collaborare mettendo a disposizione le nostre risorse al servizio di tutta la comunità“.