Gentile direttore, sono d’accordo con quanti scrivono e si domandano ma “tutti coloro che la pensano in modo diverso sono fascisti, omofobi, populisti?“. Il quesito come si legge è estremamente importante. Personalmente mi chiedo anch’io: è possibile che si possa fare politica per la città magari completando le opere necessarie di servizio alla Polis o si deve (quando si perde) ritornare al passato sempre e comunque in senso offensivo, quasi mai veritiero?
Io credo che dopo 75 anni, sia urgente anzi necessaria una lunga riflessione, analizzare la verità storica, in particolare le modalità dell’avvento del fascismo e meglio le cause del successo ventennale del Governo Mussolini 1922/43.
Sull’argomento ho scritto un libro di 300 pagine (nella foto la copertina, ndr), ma non trovo un editore che “voglia esporsi” (ma l’autore della lettera l’ha proposto a VicenzaPiù e al suo editore Media Choice? ndr), da non credere. Raccontare la storia dell’Era Fascista è pericoloso? Documentare la Storia della Patria governata per 20 anni da Benito Mussolini non è possibile, perchè dicono gli “intellettuali” è storia fascista. Intanto si è cancellato scientificamente, un periodo di vita politica vissuta dai nostri nonni e genitori che andrebbe letta, riletta, rivista, corretta, discussa, riscritta, nel bene o nel male, senza ideologie e riportata ai tempi nostri cioè nel 2018. La Storia, il racconto del passato, deve essere sempre scritto dai soli vincitori? Se non conosciamo il nostro passato, come è possibile programmare un futuro per questa gioventù Italiana? Di recente, durante Porte Aperte a Palazzo Trissino, ho letto la data riportata sulla lapide riguardante la IIa medaglia d’oro del 28 aprile 1945 sottolineando che per Vicenza la fine della guerra corrisponde alla liberazione avvenuta grazie agli Americani. Apriti cielo, un sacco di epiteti come sopra. E’ possibile che questa città veda fascisti ovunque nel III° millennio? Ma allora la maggioranza dei cittadini che ha votato Francesco Rucco è maggioranza fascista?
Via siamo seri, qui bisogna operare, fare le cose in modo ragionato, non proclami elettorali sempre e comunque. Io credo che la sinistra perdente, non avendo altro da proporre o dire, continui a fare come la gallinella del Leopardi nella Quiete dopo la tempesta “tornata in su la via. Ripete il suo verso“.
Luciano Parolin, già candidato con Quartieri al Centro per Otello Dalla Rosa sindaco