Il Corriere del Veneto del 29 giugno 2018 – scrivono in una nota congiunta Matilde Cortese, Massimo Follesa, Elvio Gatto portavoce CoVePA, Coordinamento Veneto Pedemontana Altenativa – a pagina 13 pubblica le dichiarazioni di alcuni prenditori a difesa della Pedemontana Veneta, rimproverandoci di voler fermare il progresso. Sono sintetizzate dallo strillo di “Zoppas: «Le grandi opere? Non creano un vantaggio ma servono a eliminare un handicap»”. Ormai è chiaro quale sia l’handicap a cui si riferisce: quello economico e finanziario delle aziende che rappresenta. Da qui si deduce perché difendono un’opera come Pedemontana Veneta che alla fine dei conti in 39 anni immetterà nel sistema, della cosiddetta impresa Veneta, 15 mld cioè tutto il costo caricato sulle tasche della Regione Veneto dal nuovo contratto di Zaia. Allora la questione è proprio questa, e a poco sono valsi i tentativi che abbiamo fatto con proposte concrete per riportare quest’opera nell’alveo del possibile e del sensato, gli ingoiatori-prenditori vogliono solo difendere un interesse privato facendolo passare per necessità pubblica, per la risoluzione addirittura dei morti stradali come dice il Cestaro. Ma lo sappiamo bene che è solo un capitano di lungo corso di una imprenditoria che ha ingoiato ed è disposta ad ingoiare ancora ogni illecito e illegalità possibile.
Lo sappiamo che è abituato a navigare sulla linea d’ombra, che pratica la sottile arte dei messaggi trasversali, e che ha coltivato l’arte del controllo su politica e partiti. La Pedemontana è e resta un’opera, anche con 15mld di ?, incompleta e inutile, con presupposti truffaldini, basata su interpretazioni e applicazioni delle norme che hanno sovvertito l’ordine democratico, sottraendo territori e proprietà con presupposti falsi; quelle visioni elencate dal CorVeneto rappresentano una visione mafiosa dei rapporti tra politica, economia e potere. È una plastica rappresentazione di questo la questione delle illegalità ambientali, tanto che dal 2013 non vi è alcuna regolarità della verifica di ottemperanza alla VIA. Sempre dal 2013 la nomina della nuova direzione lavori, dopo l’arresto della precedente, travalica ogni aspetto di buona pratica amministrativa e viola la legge per gli incarichi nelle opere pubbliche, solo per citare le più evidenti ma non dimentichiamo che ben 4 contratti hanno rivisto il progetto economico finanziario, e che sono arcinoti i fatti che legano il contraente a una gestione allegra del commissario dei flussi di cassa dei fondi pubblici come ha rilevato la ragioneria centrale e le denunce di SICS.
Infine, cari ingoiatori-prenditori veneti, l’ignoranza o l’omissione dei fatti sulla mobilità veneta, non vi assolve ma vi condanna. Questi dimostrano la vostra malafede, come si può credere che questa infrastruttura che vuole collegare due periferie a nord di Treviso e a ovest di Vicenza, sia capace di produrre 970mila ? di pedaggi al giorno, quando la A22 che collega la pianura padana con il nord delle Alpi ne produce 1 mln di ? al giorno?
Oltre al criminale atto di sottovalutare gli effetti sul bilancio regionale, gli ingoiatori-prenditori, compiono altre due sottovalutazioni che sono altrettanto gravi. Una riguarda il dimenticarsi che i dati ambientali stanno entrando pesantemente nelle valutazioni economiche, vale a dire che non si può fare finta di non vedere che il territorio non regge più gli inquinanti che abbiamo immesso in 60 anni di sviluppo e che continuiamo a immettere come dimostra la questione PFAS-CONCIA. Questo atteggiamento di sottovalutazioni dei limiti allo sviluppo è costato la cementificazione del 12% del territorio veneto, dato che quasi raddoppia se consideriamo solo pianura e aree di fondovalle. La seconda riguarda la “condanna dei pedaggi” e non si può non vedere qui la vostra malafede di ingoiatori, poiché, in quanto prenditori, i conti li sapete fare. Non possiamo infatti credere che la nostra economia e le imprese venete abbiano per protagonisti gente che non capisce i conti della serva: andare da Montecchio Maggiore a Spresiano-Villorba con la SPV costerà 16? con le auto e 30? con i camion. La stessa strada fino a Treviso Nord (cioè Villorba) costa attraverso A4 e Nuovo Passante 8.7? per le auto e 17.5? per i camion. Sono cifre che spiegano la malafede, perché non possiamo credere che non abbiano come noi tutte le carte in mano per capire i costi diretti sulle aziende e quelli indiretti, che disservizi indotti dalle viabilità complementari mancanti caricheranno ancora sulle aziende. A nostro avviso saranno tali da favorire l’abbandono dei territori attraversati dalla SPV. A meno che non si accetti il riciclaggio come forma di investimento che è l’unica risorsa in grado di catafottersene delle nostre considerazioni.