Afghanistan, il punto di vista di The Vision sugli attacchi dell’Isis-k

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Isis
Isis

Cosa è successo: Giovedì 26 agosto un attentato kamikaze e una successiva sparatoria contro la folla fuori dal perimetro dell’aeroporto di Kabul hanno causato la morte di più di 200 persone, tra cui 13 militari statunitensi. L’attacco è stato rivendicato dall’Isis-K, costola afghana dell’Isis.

Perché è importante: L’Isis-K – anche noto come Iskp o Provincia del Khorasan dello Stato Islamico – è stato fondato dal pakistano Hafiz Saeed Khan ed è presente in Afghanistan dal 2014. Khan ha riunito sotto la sua guida alcune centinaia di Talebani pakistani fuggiti dal proprio Paese in Afghanistan dopo alcune offensive dell’esercito di Islamabad contro di loro. Nell’ottobre del 2014 l’Isis-K ha giurato fedeltà all’Isis, all’apice della sua espansione in Siria e Iraq. Il gruppo è diventato ufficialmente Isis-K nel 2015, quando l’Isis ha riconosciuto l’affiliazione del gruppo. K sta per Khorasan, una regione orientale dell’antico Impero persiano oggi suddivisa tra gli attuali Pakistan, Iran, Afghanistan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Proprio nel nome si trova la prima differenza e motivo di scontro tra Isis-K e Talebani. Mentre i Talebani vogliano imporre il loro controllo soltanto sull’Afghanistan, i leader dell’Isis-K puntano a creare un califfato nell’Asia meridionale e centrale, da governare secondo la visione più rigida della sharia. Anche l’applicazione della legge islamica alimenta l’ostilità tra i due gruppi: secondo gli affiliati dell’Isis-K, i Talebani sono “cattivi musulmani” disposti ad abbandonare l’applicazione più intransigente della sharia e il dovere del jihad, la guerra santa. Accusa rafforzata da quando i Talebani hanno iniziato a trattare con diversi governi internazionali, tra cui gli Stati Uniti durante i colloqui per il ritiro delle loro truppe dall’Afghanistan. Inoltre, i Talebani sono da sempre molto vicini al gruppo terroristico di Al-Qaida, nemico e concorrente dell’Isis per il predominio internazionale sulla galassia delle organizzazioni terroristiche islamiste. Nonostante i finanziamenti ricevuti dall’Isis nel corso degli anni, la sua filiale afghana ha avuto un ruolo marginale fino al 2020, anche per il predominio dei Talebani e la campagna di uccisioni mirate dei suoi leader portata avanti dalla coalizione internazionale, tanto che lo stesso fondatore Hafiz Saeed Khan è stato ucciso in un raid nel luglio 2016. La perdita di terreno dell’Isis in Siria, Iraq e Libia e il ritiro delle forze internazionali dall’Afghanistan hanno poi fatto sì che sempre più miliziani andassero a rafforzare le fila dell’Isis-K.

La nostra visione: Secondo un report delle Nazioni Unite di luglio, al momento l’Isis-K ha in Afghanistan tra i 500 e i 1500 miliziani, concentrati soprattutto nell’area di Kabul. Ora che i Talebani hanno il controllo del Paese, è probabile che il gruppo intensifichi la sua azione di guerriglia e attentati per indebolirne l’autorità. L’attentato del 26 agosto contro la folla all’aeroporto di Kabul è stato per il momento il più sanguinoso compiuto dal gruppo, ma non sarà l’ultimo.

The Vision