Inaugurato questa mattina a Valdagno il monumento ai Carabinieri opera dello scultore Perlotto: presenti il gen. Spina e la ministra Stefani

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Inaugurazione a Valdagno del monumento ai Carabinieri opera dello scultore Perlotto
Inaugurazione a Valdagno del monumento ai Carabinieri opera dello scultore Perlotto
Si è tenuta questa mattina, tra tutti gli onori militari che si riservano a queste occasioni, l’inaugurazione del nuovo monumento ai Carabinieri posto lungo Viale Regina Margherita a Valdagno. Insieme al picchetto d’onore in alta uniforme le note dell’Inno di Mameli sono risuonate dal Complesso Strumentale “V.E. Marzotto” – Città di Valdagno (qui altre notizie sui carabinieri, ndr).
Lo scoprimento è stato affidato al Generale di Brigata, Giuseppe Spina, Comandante della Legione Carabinieri Veneto, sotto la più che rodata guida del cerimoniale del Col. Giampietro Massignani. A fare gli onori di casa ci ha pensato poi il Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri, Brig. Capo Antonio Trivellin che ha dato la parola nell’ordine ai sindaci Giancarlo Acerbi (Valdagno), Francesco Lanaro (Cornedo Vicentino) e Cristiano Montagner (Mussolente), seguiti dallo scultore Gilberto Perlotto, autore del monumento, dal Generale Spina e dalla Ministra per le Disabilità, Erika Stefani.
Tra il pubblico dei presenti non sono mancate le rappresentanze militari e civili locali e regionali, oltre ad una fitta presenza di cittadini, coinvolti dal cerimoniale.
 Targa con dedica all'Appuntato Daniel Forner, Carabiniere Paracadutista classe 1962, caduto in missione in Libano nel 1997
Targa con dedica all’Appuntato Daniel Forner, Carabiniere Paracadutista classe 1962, caduto in missione in Libano nel 1997

L’opera in bronzo fuso, realizzata dall’artista trissinese Gilberto “Gibo” Perlotto, porta la dedica ai Carabinieri di ogni tempo. Accanto al monumento, nei pressi del pennone su cui da questa mattina sventola il tricolore italiano, è stata posta poi una targa con una dedica particolare all’Appuntato Daniel Forner, Carabiniere Paracadutista classe 1962, caduto in missione in Libano nel 1997, all’età di 35 anni. Padre di Massimiliano e Simone, Forner aveva vissuto fino ai 17 anni in Canada, l’amore per i viaggi e poi l’arruolamento e la possibilità di continuare a girare il mondo anche vestendo la divisa. Partito per il Libano con i Caschi Blu della Missione UNIFIL si trovava a bordo di un elicottero AB205 la notte del 6 agosto 1997, impegnato in un volo di addestramento notturno, quando l’improvviso peggioramento delle condizioni meteo faceva precipitare il mezzo. Con lui nell’incidente morirono anche altri 3 colleghi, i Capitani dell’Esercito Antonino Sgrò e Giuseppe Parisi e il Maresciallo Capo Massimo Gatti. Alla cerimonia erano presenti anche la vedova e la madre dell’appuntato, accompagnate dal Sindaco di Mussolente, Cristiano Montagner, comune vicentino dove il giovane appuntato aveva scelto di mettere su casa e famiglia.

 

L’opera
Commissionata già nel 2019 e messa in lavorazione tra quell’anno e il 2020, è costituita da un basamento marmoreo su cui si inserisce la scultura in bronzo fuso con la tecnica della fusione a cera persa, realizzata dalla Fonderia Artistica Guastini di Gambellara (VI) a cui l’autore si affida da ormai 40 anni per le proprie opere in bronzo. Nel suo sviluppo complessivo il monumento è alto 196 cm, largo 115 cm e profondo 35 cm per un peso di quasi 3 quintali.
Perlotto, come nel suo stile, ha approfondito molto le simbologie legate all’Arma dei Carabinieri, strumento per lui per leggere la storia e vivere la sua contemporaneità, lasciando al tempo stesso quegli spunti di osservazione da cui poter trarre messaggi importanti. Punto focale dell’opera è la lucerna, particolare fregio d’argento che campeggia sul copricapo da cerimonia dei Carabinieri e su cui si innesta il tradizionale piumaggio rosso e blu. La lucerna contiene il simbolo dell’Arma con la granata da cui si sprigionano 13 lingue di fuoco. Nella parte inferiore troviamo invece due rami di quercia a simboleggiare forza ed aeternum dell’Arma. Sulla fiamma è inoltre riportata la scritta “Nei secoli fedele”, il motto creato dal Capitano Cenisio Fusi in occasione del primo centenario dell’Arma. Alle spalle della fiamma, poi, in prospettiva sorge il palazzo municipale di Valdagno, simbolo di attenzione alla cittadinanza, ma anche punto d’incontro.
L’artista
Angelo Gilberto Perlotto nasce a Vicenza nell’agosto del ’59 e vive oggi a Trissino.
Quarto discendente di un’antica famiglia di maestri fabbrili attiva da oltre un secolo. Il bisnonno Antonio Lora fu uno dei massimo artisti del ferro tra ‘800 e ‘900.
Gilberto inizia la sua attività artistica negli Anni ’80, sotto la guida del padre Germano, dal quale apprende le principali tecniche della lavorazione dei metalli. In questo periodo frequenta corsi di disegno e modellato presso importanti laboratori d’arte e si cimenta nella lavorazione del ferro e del bronzo presso diverse fonderie. In queste fucine sperimenta le tecniche di fusione a cera persa e le finiture conservative dei metalli, oltre alla lavorazione dello sbalzo e del cesello.
In campo artistico la critica accoglie con favore l’opera di Perlotto, considerandolo uno dei massimi esperti dell’arte fabbrile contemporanea. Il suo “iperrealismo puro” segna un nuovo capitolo del verismo italiano e del realismo internazionale.
Da quarant’anni, inoltre, Perlotto espone le proprie creazioni in mostre personale e collettive, sia in Italia che all’estero.
Dichiarazioni

“Volevamo esserci per il grande affetto e la grande riconoscenza che come comunità abbiamo nei confronti dei Carabinieri – è il commento del Sindaco di Valdagno, Giancarlo Acerbi – non spetta solo a chi indossa una divisa fare il proprio dovere e mettersi al servizio, ma è un compito che ognuno di noi ha. Nel prossimo Consiglio Comunale avremo l’onore di assegnare la cittadinanza onoraria alla Stazione dei Carabinieri di Valdagno e da oggi questo monumento ci servirà a fare memoria e ricordo di tanti servitori dello Stato che hanno dato la vita per tutti noi.”

“Quello tra l’Arma e la Comunità è un legame fatto di fiducia e dedizione per il bene comune – ha proseguito il Generale di Brigata, Giuseppe Spina – con solidarietà e servizio, per essere vicini ai problemi delle comunità stesse, alle persone più bisognose, impegnandosi nella difesa del bene collettivo. Questo impegno talvolta porta a grandi sacrifici, sia nei contesti locali che in quelli internazionali. Onorare i caduti comporta due forme di impegno: conservare la memoria e restare vicini a chi resta. Il nostro è un lavoro che si fa solamente con il cuore e queste giornate fanno davvero bene a tutti noi.”

“Sono orgogliosa di partecipare a questo momento che resterà nella storia della nostra valle – ha concluso il Ministro per le Disabilità, Sen, Erika Stefani – mai come oggi c’è la prova che l’Arma dei Carabinieri, nata prima della nostra Repubblica, custodisce principi e valori che già prima della Repubblica ne avevano ispirato il senso. Tanto è cambiato negli anni, ma non i Carabinieri che ancora oggi danno prova dei principi e dei valori a cui noi dobbiamo ispirarci. Grazie anche al maestro Perlotto per l’opera che ci ricorda di questi stessi principi e valori. Il senso delle nostre azioni ha un riflesso diretto sulla nostra comunità. Quando agiamo non valiamo uno, ma diventiamo parte organica della comunità e ne accresciamo il valore. Quest’ultimo anno e mezzo drammatico ha messo in crisi le istituzioni, le famiglie, le nostre vite ci ha dimostrato che l’interesse individuale cede al pubblico e non è che il pubblico lo domina, ma l’interesse individuale entra nell’interesse del pubblico perché è l’interesse della comunità. Abbiamo capito che da soli valiamo niente, ma se siamo comunità abbiamo davvero la nostra forza.”