Ci si affaccia sulle rive di un fiume melmoso ma meraviglioso vicino alla sua foce, il Garigliano, da un ponte da primato tecnologico per l’epoca: il ponte Real Ferdinando, detto anche Ferdinandeo, in onore di Ferdinando II delle Due Sicilie, è (fonte Wikipedia) il primo ponte sospeso a catenaria di ferro realizzato in Italia e secondo in Europa dopo quello realizzato in Gran Bretagna nel 1824, situato nei pressi dell’area archeologica di Minturnae (Minturno), sul confine fluviale che dal 1927 separa la Campania dal Lazio (il video in copertina è di Vivi Minturno Scauri, ndr).
I lavori dell’esempio di architettura industriale del Regno delle Due Sicilie che dal punto di vista tecnico costruttivo era per quei tempi all’avanguardia in Europa, furono iniziati nel 1828 e terminati il 30 aprile 1832 mentre l’inaugurazione alla presenza del re avvenne dieci giorni dopo il 10 maggio 1832.
Le sfingi faraoniche e le colonne rievocano il gusto egiziano anche se avanguardia e innovazione furono le parole d’ordine della sua ideazione e progettazione da parte dell’ingegnere Luigi Giura per sostituire il predente ponte di barche.
Tornando direttamente al Garigliano, il fiume, che nasce dalla confluenza tra il Gari e il Liri e segna i confini attuali tra Lazio e Campania all’estremo sud della Riviera di Ulisse, inserisce un paese locale nel quadro della storia d’Italia. Nell’Alto Medioevo gli abitanti dell’antica Minturnae si insediarono sui versanti collinari per fondare Traetto, toponimo che indica il mezzo col quale si attraversava il fiume: la scafa (traghetto).
Nel Medioevo nacquero dei potentati nelle vicinanze: Sessa, Montecassino, Gaeta in posizione strategica per la loro posizione, al confine tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio. Nota nel 1503 è la conquista spagnola del Regno di Napoli con la battaglia del Garigliano. Il corso del fiume crea un circuito che si estende almeno da Cassino a Gaeta, “irrorando” anche Capua e il Volturno.
Fu in questa area che nel 1860 si decisero militarmente le sorti del Regno d’Italia. Ma il frastuono di armi e guerriglia porta con sé anche l’eco di secoli fruttuosi di commerci grazie ai numerosi vantaggi della navigabilità del corso d’acqua per il trasporto di prodotti agricoli e anfore locali.
Di fronte alla moderna centrale idroelettrica, a pochi km dall’ora dismessa ma non completamente spenta centrale nucleare che dal fiume prese in nome, sorge una cinta muraria di un’antica villa romana databile tra il I sec. a.C. e il II sec. d.C.
Se tra il basso Lazio e la Campania vantiamo, quindi, il primo ponte sospeso di ferro realizzato in Italia, questo luogo, lungo la linea Gustav, che per i nazisti avrebbe dovuto fermare l’avanzata delle truppe anglo americane, fu però triste e cruento scenario di guerra, come ricorda il vicinissimo cimitero di guerra inglese, e i tedeschi lo fecero saltare, mentre si ritiravano verso Roma, per rallentare gli alleati.
Ma per per la gioia dei laziali e dei campani, dei turisti e degli autoctoni, il ponte fu restaurato nel 1998. Oggi il Garigliano appare più verde: forse che questo colore possa donarci una speranza?
Che visitarlo sia un modo per trovarsi destabilizzati dalla meraviglia, eppure stabili in piedi, sul punto esatto di abbraccio tra tante storie?