Per l’amministrazione di un Comune molte sono le responsabilità e molti gli incarichi che il sindaco deve attribuire pe il miglior funzionamento delle istituzioni, organismi, fondazioni, ecc. Molti ricevono per competenza l’incarico, altri per “meriti” di partito o di coalizione, mai per favore personale si spera, ma è lecitissimo dubitarne e come diceva Giulio Andreotti non si fa mai male. Vicenza non è sfuggita a questa “regola” e chi ha ricevuto l’incarico da un sindaco, Achille Variati, dovrebbe sempre sentire il dovere di rimetterlo, dando quasi immediatamente le dimissioni.Così il nuovo sindaco, Francesco Rucco, potrebbe procedere a nominare coloro che egli ritiene, come fece quello precedente, siano i migliori per ricoprire la responsabilità della funzione che è loro assegnata. Basta un po’ di saggezza, quella che spesso si invoca per gli altri e la si suggerisce con saccenza e mai per se stessi per comprendere cum grano salis (con un granello di sale) l’importanza dell’avvicendamento. Ciò dovrebbe essere senza alcuna preoccupazione per la durata del mandato. Sarà il nuovo sindaco considerati i meriti e le capacità magari a rinominare quel cittadino che ha già ricoperto il medesimo incarico. Ciò per quella valutazione che è decisiva. Purtroppo accade un qualcosa di strano: le poltrone si sono attaccate a chi si era seduto e non intende mollarle. Per questo motivo rappresentanti della passata amministrazione, quella di Achille Variati, oppongono strenua resistenza. Sia all’Ipab (Turra), sia in AIM, capogruppo (Lago) e controllate come Aim Energy (Segato) e AIM Ambiente (Menin), sia in Biblioteca Bertoliana (Pupillo) sia in tante altre “poltrone”, Fiera di Vicenza, ora Ieg, compresa (Marzotto e Cavalieri), non si assiste alle generali dimissioni, si nicchia, si fa finta di niente. Solo pochi, due a quanto si sa, hanno avuto il bon ton di dimettersi dagli incarichi ricevuti, tutti gli altri… invece considerano un diritto, come è di moda oggi, il far conservare alla poltrona il suo occupante che con interrogazioni teme l’azzeramento di un Consiglio di amministrazione, come dimostra il Consigliere di minoranza Giovanni Rolando per l’IPAB Vicenza, ricordando che la durata del Consiglio stesso è fino al 2020, ma dimentica che questo non rappresenta più la maggioranza del Consiglio Comunale, ma solo l’opposizione, cosa che non viene intesa da molti o meglio si fa finta di non intendere.
Così non va! Sembra anche che si protesti perché vengono chieste pubblicamente le dimissioni. Si ha paura di perdere il potere? Si vuole in questo modo contrastare la nuova amministrazione? Proprio le proteste indicano che costoro, i poltrone-occupanti, non hanno rispetto per il voto dei cittadini. A loro è certo lecito e opportuno fare opposizione, ma non dagli incarichi ricevuti, bensì in altro modo.
Suvvia, cari incaricati, un po’ di bon ton istituzionale, si fa bella figura e si può essere più liberi anche di criticare l’amministrazione comunale con quella saggezza accumulata, in certi casi, in tanti anni di incarichi che li dovrebbe pure invitare a lasciare il posto ai più giovani. Un cambio generazionale ovvero, si spera, anche di mentalità non farebbe certo male e consentirebbe magari l’abbandono di vecchie e obsolete categorie politiche. Ma soprattutto si avrebbe almeno la sensazione che non fossero le poltrone a vincolare i cittadini. Purtroppo ciò non vale solo per l’amministrazione comunale di Vicenza ma perfino per chi, Achille Variati, non più sindaco o presidente della provincia continua ad occupare cariche, come la presidenza dell’Unione Province Italiane (UPI) e l’essere membro del cda di Cassa Depositi e Prestiti, che derivano dal ricoprire quei ruoli, non dall’essere un ex.