“Ho azzerato le varie classifiche all’interno del gruppo, partono tutti allo stesso livello”: così parlò Cristian Brocchi, neoallenatore del Vicenza, a proposito dei suoi giocatori. Stranamente la dichiarazione non ha colpito l’attenzione come, invece, avrebbe dovuto.
Perché le parole del successore di Mimmo Di Carlo hanno una forza e una schiettezza inusuali, per lo meno nell’ovattato ambiente del calcio biancorosso, in cui un giocatore può permettersi impunemente di esibirsi in una sceneggiata in campo contro l’allenatore e nessuno dice niente.
La conclusione più vistosa da trarre è questa: se Brocchi ha azzerato le classifiche esistenti all’interno dello spogliatoio, vuol dire che le classifiche esistevano.
Non è certo uno scandalo se, in una squadra, ci sono giocatori che contano di più, è sempre stato così e non è necessariamente negativo. Età, esperienza, carriera, carisma hanno il loro peso ed è normale che un allenatore debba trattare, ad esempio, in modo diverso i veterani rispetto ai giovani. Quel che, invece, non va bene è se qualche giocatore ne approfitta per procurarsi privilegi o per dividere il gruppo.
Brocchi ha ammesso di aver cancellato queste situazioni dentro lo spogliatoio del Lane e sarebbe interessante sapere – ma, ovviamente, non lo sapremo mai – chi fosse in testa alle misteriose classifiche e cosa ciò comportasse. Di Carlo è stato forse condizionato nelle sue scelte da qualcuno dei giocatori? Potremmo trovare in questo ipotetico condizionamento la spiegazione di certe cervellotiche e apparentemente inspiegabili mosse di Mimmo?
E chi sarebbero gli indiziati? Forse i giocatori più anziani? Sono parecchi in rosa e alcuni vantano anche una carriera importante. Oppure i giocatori con maggior numero di presenze nel Vicenza? Non sono molti, a dire la verità, anzi ce ne sarebbe solo uno. Terza ipotesi: potrebbe essere stato, invece, uno degli ultimi arrivati a far valere l’importanza del suo ingaggio?
Domande che resteranno senza risposta. Solo il campo potrà far capire se davvero Brocchi è riuscito a cancellare eventuali privilegi e, ciò non ostante, ha ottenuto lealtà e collaborazione incondizionata da tutti i suoi.
Forse Di Carlo non c’era riuscito, pur avendo a sua volta una forte impronta di bandiera biancorossa e di uomo di carattere.
Il nuovo allenatore ha una recente esperienza di gestione di spogliatoi potenzialmente difficili: a Monza ha avuto alle sue dipendenze una rosa composta da ben trenta giocatori, alcuni dei quali non erano propriamente dei casi semplici. Gestire Balotelli, ad esempio, non era uno scherzo e c’erano pure Kevin-Prince Boateng e stranieri come Dany Mota, Carlos Augusto, Gytkjaer, Marič.
A Vicenza lo spogliatoio è senz’altro più tranquillo e gestibile, ma l’entrata a gamba tesa di Brocchi è rischiosa. Se avrà il supporto della società e del pubblico, problemi non ce ne saranno.