“Abbiamo messo la questione di genere al centro della nostra azione politica e vogliamo proseguire su questa strada. Da qui l’idea di avviare una campagna di ascolto nei centri antiviolenza, consultori e case rifugio del Veneto per poter avanzare proposte che guardano sia all’immediato, in vista del prossimo bilancio, sia al medio periodo, sul fronte legislativo” – si legge nella nota del Gruppo Pd Veneto che pubblichiamo -.
“Abbiamo iniziato il confronto per capire quali sono le esigenze e le difficoltà delle realtà presenti sul territorio, quali gli strumenti da incentivare e implementare e magari cosa ‘inventare’ ex novo. Il nostro obiettivo è contribuire a costruire per il Veneto una rete consolidata di protezione per le donne e i loro figli, che faccia perno sulla tradizione volontaristica eccezionale della nostra regione resa stabile e forte dal costante impegno delle istituzioni”: è quanto affermano in una nota i consiglieri regionali del Partito Democratico Veneto a proposito dell’iniziativa, partita con i primi incontri a Padova (Centro veneto progetti donna e Centro italiano femminile) e Mestre (Servizio protezione sociale-Centro antiviolenza), a cui hanno partecipato le consigliere Vanessa Camani e Francesca Zottis insieme al capogruppo Giacomo Possamai.
“È un panorama molto vasto di realtà che, con i loro servizi, intercettano in momenti diversi il disagio legato agli abusi. Infatti abbiamo incontrato un’associazione di volontariato femminile che si occupa di centri antiviolenza e case rifugio, un consultorio familiare di natura associativa e volontaristica e un centro per la donna che offre servizi a 360 gradi gestito direttamente dal Comune di Venezia”.
“Da questa prima serie di incontri è emerso come siano necessarie maggiori risorse, anche per di prevenzione e sensibilizzazione. Al momento i finanziamenti arrivano quasi integralmente dal fondo nazionale che poi viene ripartito tra le Regioni. Di tasca propria il Veneto dovrebbe fare uno sforzo e investire di più perché la violenza di genere è un fenomeno tremendamente attuale, nonostante le tante iniziative messe in campo”.
“I femminicidi – ricordano – sono la punta dell’iceberg e i dati del 2021 sono raccapriccianti: in Italia al 6 ottobre erano già 84 le donne ammazzate, una media di due a settimana. E il Veneto in questa classifica si trova al terzo posto, dietro Lombardia e Lazio. Anche le richieste di aiuto al numero verde 1522 sono in aumento: nel primo trimestre dell’anno ci sono state 7.974 telefonate contro le 5.744 dello stesso periodo del 2020. E sappiamo che i numeri sono comunque peggiori perché la maggior parte delle violenze avviene all’interno della famiglia ed più difficile esporsi e denunciare”.
“Come gruppo, fin dall’inizio della legislatura – spiegano – abbiamo portato avanti iniziative riguardanti la questione di genere, a 360 gradi. Nell’ultimo bilancio di previsione è stato approvato un nostro emendamento sul ‘contributo di libertà’ per le donne che hanno subito maltrattamenti e vogliono riacquisire la piena autonomia personale; la scorsa settimana sono partite le audizioni sul Pdl per promuovere la parità retributiva tra donne e uomini, dove il Veneto sconta un gap pesante e il sostegno dell’occupazione femminile stabile e di qualità. E, ancora, il Pdl sul ‘bilancio di genere’, uno strumento fondamentale per valutare le scelte politiche, gli impegni economici della Regione e il loro impatto sulla vita quotidiana di uomini e donne. Infine, tornando al tema della violenza, quello sul ’codice rosa’ riguardante i percorsi di primo soccorso e assistenza per le vittime in ogni Pronto soccorso, sia nelle strutture pubbliche che private”.