“Post Fata Resurgo”, Formia: una città che rinasce dalle sue ceneri

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Post Fata Resurgo, stemma definitivo città di Formia
"Post Fata Resurgo", lo stemma di Formia ad opera di P. Mattej

Post Fata Resurgo. “Vedi Harry, Fanny è una fenice. E le fenici, quando è arrivato il momento di morire, prendono fuoco e poi rinascono dalle loro stesse ceneri. Creature affascinanti le fenici.”

Primo bozzetto ad acquerello dello stemma di Formia

E’ così che recita la frase di un film della celebre saga “Harry Potter”. Tra le creature magiche, la fenice è sicuramente una delle più potenti. Sacra sin dall’origine dei tempi, aveva il collo dorato e il corpo ricoperto di piume di un colore rosso splendente. Le ali in parte d’oro e in parte di porpora richiamavano i colori della coda, adornata con tre lunghe piume azzurre, rosee e rosso fuoco.

La leggenda narra…

La leggenda narra che ogni cinquecento anni, al sopraggiungere della morte, la fenice si ritirava in un luogo appartato. Intrecciando piante balsamiche, costruiva un nido a forma di uovo all’interno del quale poi si adagiava. E restava lì, inerme, lasciando che i raggi del sole la bruciassero e che le sue stesse fiamme la riducessero in cenere. Dalla cenere prendeva poi vita un uovo che nel giro di tre giorni si schiudeva e si trasformava in una nuova, giovane e potente fenice. Da qui l’origine del suo simbolo e del suo famoso motto “Post Fata Resurgo”, assunto come stemma di alcune delle più belle città d’Italia come Castellammare di Stabia, Torre del Greco e Formia.

Il “mistero” delle origini

E’ proprio quest’ultima che nella sua lunga storia è sempre risorta dalle sue stesse ceneri. Sembra infatti che prima di essere la ridente cittadina turistica del mondo contemporaneo, essa fosse stato un desolato villaggio di coloni greci (“Hormiai” in lingua greca significava «buoni approdi»). Altri invece ritengono sia stata fondata dagli Ausoni, i quali videro nelle sue spiagge e nei suoi porticcioli naturali, una imperdibile opportunità di commercio. Non solo alla storia ma anche al mito si riallacciano le origini di Formia. La tradizione leggendaria vede la città collocarsi come scenario di uno degli sbarchi più tormentati di Ulisse, prima di approdare a Itaca, sua terra natia. Come ricorda l’Odissea, all’epoca gli unici abitanti erano i Lestrigoni, giganti cannibali che distrussero gran parte della flotta dell’eroe omerico.

Un passato avvolto nel mistero insomma. Testimonianze scritte affermano che, nonostante tutte le ombre che versano sulla sua origine, già dalla guerra greco-gotica del 535 d.C. e fino all’Unità d’Italia, Formia si presentava come una città divisa: da un lato c’era il comune di Castellone e dall’altro quello di Mola di Gaeta, separati da giardini osannati da poeti, artisti, scrittori e pittori di ogni tempo ed età.

Il motto e lo stemma

Ecco quindi che nel 1863, quasi subito dopo la legge 1409 nota anche come “Legge Pica” (la quale arginò radicalmente il fenomeno del brigantaggio che imperversava nel mezzogiorno), si decise di voler riunire in un’unica, grande e florida città i diversi territori e al contempo si stabilì la necessità di dover fissare per la medesima anche uno stemma, simbolo di riconoscimento della propria magnificenza in tutto lo stato.

Fu proprio durante il Consiglio Comunale Straordinario sotto il redivivo nome unico di Formia, il 28 Dicembre 1863, che l’allora sindaco Gaetano Rubino comunicò ai venti consiglieri comunali presenti che “giusto i desideri espressi dai cittadini di questo Comune, per essere Formia illustrata col distintivo di uno stemma, egli ne dava l’incarico […] all’egregio signor Pasquale Mattej, il quale nell’accoglierlo ne ha formato il disegno che si presenta e di cui vi è la relazione per le ragioni di averlo così formato.”.

Stemma del Comune di Formia

Ebbe così luogo il primo bozzetto ad acquerello che rappresentava l’Araba Fenice risorta e in procinto di spiccare il volo, districandosi dalle fiamme in cui era avvolta e con lo sguardo orientato verso un sole splendente raffigurato in alto alla sua destra. In basso, conformemente al disegno colorato, vi era l’incisione in lettere romane, maiuscole e di color nero, del motto “Post Fata Resurgo”.  Dopo circa tre anni, il 17 Aprile 1866, Vittorio Emanuele II, da Firenze, emanò il Decreto Regio che, per l’appunto, dichiarava Formia Città.

Da allora questo splendido polo turistico ha trovato sempre la forza di rialzarsi e anche dopo la seconda guerra mondiale, che contribuì a devastarla in larga parte, i cittadini tennero fede al loro motto e con dedizione e perseveranza l’hanno fatta risorgere, rendendola una delle città più belle della “Riviera di Ulisse“.

…Esattamente come una fenice che risorge dalle sue ceneri.